Assolto dopo 3 anni di carcere

La vicenda di un quarantenne risultato innocente e con una famiglia distrutta

Tre anni e due mesi in carcere, in parte scontati in carcere altri ai domiciliari a Romans di Romans per poi vedersi assolto in sede di appello con la formula più ampia, perché il fatto non sussiste. Un’altra vittima giudiziaria, si chiama Vincenzo Gargiulo, 42 anni, originario di Marina di Gioiosa Jonica, che risiedeva con moglie e figlioletta a Romans. Da alcuni mesi l’uomo ha lasciato Romans, dove il caso aveva suscitato non poco clamore, per rientrare nel suo paese d’origine.

In primo grado Gargiulo si era visto infliggere dal tribunale di Locri 11 anni e 6 mesi per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Una condanna pesantissima per lui che fin dal momento dell’arresto si era proclamato innocente, una condanna che ha avuto pesanti riflessi sulla sua vita, anche familiare, rapporti personali distrutti, un’attività fallita e una figlia che non ha potuto veder crescere. Sconfitte che nessuno potrà ripagare, neppure la sentenza di assoluzione arrivata in ritardo. «Avevo trovato un posto di lavoro, per me essenziale, visto che ho una bimba da mantenere, l'affitto e le bollette da pagare, nonché 4 cani salvati per strada - denuncia la moglie - ma la sera stessa, la persona che mi doveva assumere, mi ha comunicato che vista la mia situazione familiare, non era il caso di procedere con l'assunzione perché non voleva chiacchiere». Ed ancora: «Mia figlia di 3 anni e mezzo, all'uscita dall'asilo, è scoppiata a piangere perché un bimbo più grande le aveva proibito di sedersi accanto a lui chiamandola brutta mafiosa. Incredibile vero?! Già, purtroppo i bambini ascoltano quello che dicono gli adulti e lo riportano! Mi si è gelato il cuore».

A inchiodare Gargiulo più di 3 anni fa era stata una conversazione ambientale nell’ambito di una indagine a vasto raggio della Procura antimafia di Reggio Calabria che aveva arrestato 40 persone legate alla ’ndrangheta. È stato il difensore di Gargiulo, l’avvocato Marco Tullio Martino, a produrre nuovi documenti che hanno imposto la rivisitazione processuale di Gargiulo. E le prove, portate in sede di appello dal legale, hanno convinto i giudici prima ad alleggerire la sua custodia cautelare e poi a dichiarare, in sede di sentenza, la sua non colpevolezza ribaltando la sentenza di primo grado.

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