Ater, stretta anti-furbetti alleanza con la Finanza

Controlli a tappeto per verificare i requisiti di chi risiede in una casa popolare Rischiano lo sfratto immediato coloro che hanno dichiarato redditi falsi
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 26.03.2012 Accordo Guardia di Finanza e Ater - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 26.03.2012 Accordo Guardia di Finanza e Ater - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Era il 2006. E il presidente di Confedilizia Gorizia se ne uscì con una frase politicamente assai poco corretta ma che suscitò molte reazioni. Diverse delle quali compiaciute. La dichiarazione dell’avvocato Carlo del Torre suonava pressappoco così: «Ci sono troppe Mercedes nei garage delle case Ater». Cosa voleva dire? Che c’è il sospetto che non tutti coloro che risiedono in un alloggio popolare siano realmente poveri, bisognosi, in condizioni di disagio sociale ma c’è anche qualche furbetto.

Ebbene: l’Ater, a distanza di sei anni, ha deciso di passare al contrattacco, siglando un protocollo d’intesa con la Guardia di finanza di Gorizia. Le firme in calce all’accordo sono state apposte ieri mattina dal comandante provinciale delle Fiamme gialle Fabio Cedola e dal presidente dell’Ater Pietro Zandegiacomo Riziò. L’obiettivo? Smascherare i furbetti grazie ad una serie di controlli sistematici. «Non che prima non ci fosse alcun rapporto con l’ex Iacp ma oggi, con questo Protocollo, andiamo a rendere ancora più incisiva la nostra azione», la sottolineatura del colonnello Cedola. Ci sarà uno scambio di informazioni volte a “stanare” chi beneficia di un alloggio popolare pur avendo le possibilità di rivolgersi al libero mercato. «I canoni sono legati ai redditi: quindi, le dichiarazioni relative alle proprie entrate diventano il parametro di applicazione dell’affitto. Pertanto, è necessario che ci sia la massima onestà», l’osservazione del presidente Zandegiacomo Riziò. E, aggiungiamo noi, ci sono anche parecchi disonesti che ritengono l’alloggio Ater un beneficio da conservare per tutta la vita.

Ma entriamo maggiormente nello specifico del protocollo d’intesa. Tale documento consentirà un’azione coordinata tra le Fiamme gialle e l’Ater, rendendo sistematici l’acquisizione e lo sviluppo dei dati e delle notizie acquisite nel delicato ed importante settore agevolativo. Scopo del patto è il controllo della effettiva e veritiera posizione reddituale di coloro che richiedono un alloggio dell’ente ovvero che già lo occupano.

Con l’accordo appena siglato, infatti, l’Ater potrà segnalare alle Fiamme gialle quelle posizioni che ritiene “anomale” e che i finanzieri avranno il compito di approfondire onde verificare la corrispondenza o meno tra il reddito dichiarato all’Ater e quello effettivamente percepito. «Tale sforzo sinergico - si legge in una nota della Guardia di finanza - permetterà di stanare “furbetti” e “sbadati” che hanno indicato un tenore di vita e una ricchezza inferiori a quella effettiva e, conseguentemente, occupano fraudolentemente una casa senza averne titolo, ovvero privano di un alloggio chi effettivamente ne avrebbe invece diritto e reale bisogno».

Gli effetti dell’accordo sono immediati e, qualora emergano situazioni di criticità, le conseguenze saranno pesanti per coloro che hanno dichiarato il falso: la Guardia di Finanza, dopo aver accertato la difformità tra il reddito effettivamente percepito e quanto invece dichiarato all’Ater, procederà ad informare l’ente della discrasia e a denunciare all’autorità giudiziaria le violazioni penali emerse: l’ex Iacp, da parte sua, provvederà immediatamente allo sfratto degli inquilini che avranno dichiarato il falso. Inoltre, la Guardia di Finanza, sulla scorta degli elementi forniti dall’Ater, potrà approfondire la condizione patrimoniale e reddituale dei soggetti con lo sviluppo, conseguentemente, delle attività di natura tributaria.

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