Austriaca ferita, caccia a una berlina nera

L’auto del probabile feritore di Sabine Pollanz, l’austriaca di 44 anni, appassionata di tango, trovata con la gola tagliata in Costiera, sarebbe una berlina nera con la targa austriaca, probabilmente di Villaco. Nel pomeriggio del 17 maggio questa vettura era parcheggiata nel piccolo posteggio alla fine del sentiero dei pescatori che arriva fino ad Aurisina, a pochi metri dall’Audi Tt (anch’essa nera) di proprietà della vittima.
Gli investigatori della Squadra mobile la stanno cercando attivamente. Dall’altra mattina stanno esaminando i fotogrammi dei passaggi in entrata in autostrada al casello del Lisert. Una ricerca non facile, perché a quanto pare ad agevolare i poliziotti non ci sarebbe nemmeno un numero di targa, neanche incompleto. Ma questo della berlina nera - è trapelato dagli ambienti investigativi - è solo un riferimento, un vago ricordo di qualcuno che avrebbe visto la macchina targata Villach parcheggiata in quell’area. Non si tratterebbe nemmeno di una testimonianza, ma solo di una vaga informazione acquisita dai poliziotti.
L’ipotesi prevalente è dunque - per ora - che chi voleva uccidere Sabine Pollanz sia arrivato dall’Austria. Che l’abbia seguita e poi abbia parcheggiato la sua vettura vicino a quella della vittima predestinata. Poi, dopo l’aggressione, sia ripartito probabilmente alla volta dell’Austria: 170 chilometri da percorrere più in fretta possibile.
Chi è questa persona? Al terzo piano della Questura, negli uffici della Mobile, per ora non c’è, non circola il nome del sospetto. Ma i poliziotti in questa ricerca affannosa e febbrile stanno puntando sia all’ambiente familiare che a quello delle strette amicizie di Sabine Pollanz. Insomma chi ha tentato di ucciderla tagliandole la gola potrebbe essere qualcuno molto vicino a lei, che la conosceva molto bene. Un ex fidanzato o forse un uomo che avrebbe voluto legarsi a Sabine ricevendone però un netto rifiuto. E così si è vendicato.
Per dare un nome all’aggressore gli investigatori stanno seguendo anche un’altra strada. Quella del telefonino dell’austriaca. Stanno esaminando il traffico voce e di sms effettuato o ricevuto nelle 24 ore precedenti all’aggressione. Una ricerca non facile in cui sono coinvolti anche gli investigatori austriaci.
Lei, Sabine, che è ricoverata in rianimazione guardata a vista da due agenti della Mobile, è riuscita a scrivere solo poche parole quando, sabato scorso, si è presentato il pm Maddalena Chergia. Avrebbe scritto la parola “aggredita” o “aggressione”, facendo così capire ai poliziotti effettivamente quello che era successo lungo il sentiero. Ma, da quanto si è appreso da fonti investigative, il suo stato di profonda sedazione le ha impedito di aggiungere altro. Non ce la fa, è troppo debole. Così gli investigatori aspettano che i medici diano l’ok e che la donna possa allora tentare di parlare o quanto meno scrivere con senso compiuto quello che è successo nel pomeriggio del 17 maggio quando stava facendo jogging sul sentiero dei Pescatori, fornendo ai poliziotti gli elementi essenziali per la ricostruzione. L’unica cosa certa è che Sabine Pollanz è stata aggredita alle spalle. Ha tentato di difendersi cercando di bloccare il coltello con la mano. Ma la lama è comunque entrata profondamente nel collo, da sinistra verso destra, recidendo la trachea e spezzando l’osso ioide.
Fondamentali per la risoluzione del caso potrebbero essere le dichiarazioni di Mauro Poian, un amico dell’austriaca che l’aveva ospitata in occasione del week end lungo dell’Ascensione. Poian è un frequentatore dell’”Officina del tango” di via Manzoni, un club di appassionati del ballo sudamericano di cui Sabine è nota per essere una esperta internazionale. È stata in Argentina e in America e ha coordinato stage in varie città italiane e Austria e in Slovenia. Gli agenti lo hanno già sentito, ma non escludono di convocarlo nuovamente in Questura nei prossimi giorni. Interrogati anche molti appassionati di tango frequentatori del club e amici triestini di Sabine Pollanz. «È una donna molto simpatica e una grande ballerina», ha dichiarato al Piccolo Maria Teresa Mellaré, una delle tante frequentatrici dell’Officina del tango.
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