Barcolana, dai manifesti sparisce la sirena 'indecente'
Cancellata l'immagine simbolo dopo la protesta di alcuni sponsor

TRIESTE
Che fine ha fatto la sirena della Barcolana? «L’abbiamo fritta», scherza Fulvio Molinari. responsabile della Comunicazione e past president della Società Velica di Barcola e Grignano. «Fritta o alla piastra», la sirena del manifesto presentata alla stampa ufficialmente lo scorso 23 giugno al Palazzo delle Generali di Trieste, è stata cancellata. Non c’è traccia di lei sui muri di Trieste che accolgono da qualche giorno i manifesti che annunciano la regata più affollata del Mediterraneo. «La ragazza non viene buttata via. Farà la madrina della Barcolana» tiene a precisare a scanso di equivoci Molinari. La ragazza è la modella Andrea Solaia, ventenne, diplomata al Nordio, finalista di Miss Topolini 2008.
Ma il giallo della sparizione della sirena resta. E come in tutti i gialli c’è un colpevole. E va cercato tra gli sponsor della manifestazione. Molinari non lo dice apertamente, ma lo lascia intendere chiaramente. I «maldipancia» dei soci, che non mancano mai quanto si tratta di criticare («Vorrebbero che il manifesto fosse sempre il faro con le barche dietro» spiega Molinari), si potevano superare. Ma si sono messe di traverso gli sponsor, prima uno, poi un’altro, con sentenze come «osceno», «volgare», «indecente» che non lasciano spazio a mediazioni. Allora meglio fare buon viso a cattivo gioco e sfornare in fretta e furia un manifesto anonimo che più anonimo non si può. Un rettangolo di Golfo saturo di vele che non dice nulla, ma non scontenta nessuno. «Le vele vanno sembpre bene» sentenzia Molinari.
Quello della sirena, ideato dal grafico e fotografo triestino Massino Cetin, è invece un manifesto nato sotto le cattive stelle. Presentato come la novità dell’edizione numero 41 («Il richiamo della Barcolana, irresistibile sirena» recita il comunicato stampa di presentazione della Barcolana 2009) è stato subito fonte di polemiche. Tanto che «la bellissima, enigmatica, ammaliatrice sirena dalla ”scontrosa grazia” (sempre dal comunicato della Società velica con citazione di Saba) ha dovuto subito subire un pesante ritocco subito dopo la presentazione. Lo squame della coda di pesce spada è salito non lasciando nulla di scoperto al fondo della schiena. Neanche un accenno a quello che qualsiasi jeans a vita bassa ci regala ogni giorno. «Abbiamo dovuto mettere un po’ di squame sul deretano» ride Molinari. Ma neppure questa metamorfosi è bastata. Stampati i primi manifesti con la sirena «squamata» (300 copie) e spedite a tutte le società veliche d’Italia, arriva un nuovo veto da un altro sponsor. Inutile quindi insistere. Da qui la decisione finale della Società velica di Barcola e Grignano di tornare alle barche e stampare un altro manifesto. «Che alla società velica non è costato un euro in più» assicura Molinari per mettere subito a tacere altre possibili fonti di polemiche.
Della sirena (che sopravvive su Internet) resta ora solo l’incomprensibile slogan: «l’irresistibile richiamo del mare di Trieste». E il rammarico di Molinari: «Con Cetin volevamo fare un manifesto di impatto. Non siamo stati capiti. A dispiacere di più sono le accuse di volgarità. E quelle vetero-femministe sulla mercificazione del corpo della donna».
Del resto il past presidente aveva già messo le mani avanti a fine giugno, quasi profetico: «Sappiamo che sarà un pugno nallo stomaco, ma dopo quarant’anni di barche, quest’anno abbiamo voluto percorrere la strada più ampia della tradizione marinara tout court. E in questa le sirene sono una presenza costante e non solo della produzione letteraria di omerica. Del resto anche nella nostra popolare marinaresca di casta nostra c’è un verso che dice. ”Se stanote ciapo ’na sirena mi te la voio domani regalar”».
Niente da fare. A Trieste non c’è Omero né Marinaresca che tenga.Forse era meglio cominciare con la Sirenetta di Andersen, magari nella versione di Walt Disney che ha il lieto fine. Per la sirena in carne ossa (e pesce ovviamente) bisogna attendere. Come ha scritto qualcuno su un blog: «Se io, pescatore, pesco una sirena come questa (quella sparita dal manifesto,ndr) vado a regalarla a quella ranzida di mia moglie, che m’aspetta a casa? Ma cossa, son proprio sempio?».
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