«Basta telecamere, meglio il manganello»

«Non è certo il Grande fratello a difendere gli agenti della Polizia municipale di Monfalcone impegnati nei controlli su strada e infatti nessuna delle svariate telecamere di cui è tappezzata la città ha ripreso l’episodio di violenza avvenuto mercoledì sera: bisogna piuttosto rafforzare l’organico destinato al pattugliamento e soprattutto dotare i dipendenti di strumenti di autotutela, come lo spray anti-aggressione e il manganello distanziatore». I sindacati che rappresentano la polizia locale non hanno dubbi: bisogna iniziare a ragionare diversamente, anche investendo le risorse altrimenti destinate ai sistemi di videosorveglianza in corsi di autodifesa e mezzi idonei, per salvaguardare i lavoratori impegnati nei posti di blocco o nei controlli sulla strada.
Divampa dunque la polemica a Monfalcone dopo che una vigilessa di 45 anni, l’agente Arianna Cozzi, è finita all’ospedale con una prognosi di cinque giorni per aver inflitto una multa a un automobilista colto alla guida senza patente. L’uomo, con precedenti per resistenza a pubblico officiale, le ha strappato di mano il verbale e l’ha scagliata contro il cofano della vettura, procurandole contusioni al torace e al polso sinistro. Il fatto, stigmatizzato dal mondo sindacale e politico, ha sollevato la questione dell’armamento dei vigili, con le sigle Uil e Cisl determinate a chiedere un confronto con l’amministrazione comunale sul tema. «Le telecamere non servono, se non a posteriori – incalza Massimo Bevilacqua della Cisl-Funzione pubblica –: prima di tutto viene la difesa della persona e la tutela del lavoratore, che va addestrato, munito di giubbotto antiproiettile e di tutti gli strumenti possibili di protezione personale. Un vigile, quando ferma qualcuno, non sa mai chi si trova davanti: a differenza della Polizia stradale, non può controllare targhe e dunque è completamente inerme. L’altro giorno è andata bene, ma se la vigilessa avesse sbattuto la testa contro il cofano le cose sarebbero potute andare diversamente». La richiesta di distribuire tonfa e spray urticante alla Municipale è sostenuta anche da Carlo Postiglione della Uil-Fp. Davanti alle istanze, il vicesindaco e assessore alla Polizia municipale, Omar Greco, esprire «apertura a un confronto e pure alla possibilità di valutare l’adozione di eventuali strumenti di tutela del personale», ma ha esplicitamente rifiutato ogni ipotesi di munire il corpo dei vigili di pistola: logiche, queste, che si sente di respingere in toto. In Provincia solo la municipale di Grado può ricorrere, in determinate situazioni, all’utilizzo dell’arma da fuoco. La questione, però, tiene campo a livello politico, con il consigliere regionale Federico Razzini (Ln) che si scaglia contro la maggioranza di centrosinistra: «Esiste una legge sulla sicurezza che prevede la dotazione di strumenti di difesa da parte della polizia locale. Non parlo di armi, ma almeno spray e manganello vanno acquistati».
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