«Bmx Freestyle artistico e ribelle»

Atteso il più volte tricolore Alex Barbero: serve indirizzare i giovani a una guida sicura sulle due ruote



A Monfalcone il North East Bike Festival porta un campione assoluto di Bmx Freestyle come Alex Barbero e il team che lo accompagna, il Bmx Kobra, e con cui darà una dimostrazione dei “trick” più spettacolari, ma anche degli aspetti sportivi della specialità, approdata ai Giochi olimpici. L’atleta piemontese, 37enne, è fresco campione italiano di Bmx Freestyle, per il terzo anno consecutivo. L’ultimo di una serie conquistata in una carriera iniziata nel 2003 con il primo campionato italiano vinto e continuata poi con i primi posti in varie competizioni internazionali. Negli anni successivi, oltre a confermarsi tra i leader indiscussi della scena europea, inizia a farsi strada anche in America, patria dei migliori atleti al mondo di Bmx. Partecipa al Dew tour arrivando in finale nelle tappe di Cleveland e Orlando.

La sua è una passione iniziata prestissimo e che non pare essersi esaurita, ma quanto è difficile fare di questa disciplina un lavoro?

«Sono l’unico atleta professionista di questa disciplina in Italia: in passato ho avuto la fortuna di rappresentare brand importanti e di dare spazio al lato artistico della disciplina, esibendomi con il Cinque du Soleil. Alla fine di ogni anno penso di smettere, ma sto bene fisicamente. Questo sport mi permette di viaggiare, di avere obiettivi. Purtroppo non ci siamo qualificati per le prossime Olimpiadi di Tokyo: c’erano pochissimi posti a disposizione. Sarò però a un test event olimpico il prossimo anno».

Ha avuto modo di fare esperienza anche negli Stati Uniti. Lì la situazione per il Bmx Freestyle è diversa rispetto all’Italia?

«Negli Usa c’è poca discriminazione tra gli sport tradizionali e i cosiddetti “action sport” , com’è il nostro, che poi è anche uno stile di vita mascherato da sport e che ha un suo forte lato artistico. Per capirci, io non avrei mai potuto praticare il nuoto. La nostra è una disciplina individuale, ma allo stesso tempo molto sociale: ci si incontra allo skate park, ci si vede dopo le competizioni».

Qual è lo stato di salute del movimento in Italia in questo momento?

«Quest’anno sono state vendute molte bici in generale ed è aumentata la domanda di corsi e clinic per indirizzare i giovani, rispetto alla disciplina, ma anche a una guida sicura delle due ruote senza e con motore. Imparare a condurre una Bmx è utile anche quando si passa alle moto».

Il Bmx Freestyle almeno in apparenza sembra una disciplina che contiene dei pericoli, soprattutto per i più giovani. Cosa ne pensa?

«Come per lo skateboard, avrà sempre una sua componente ribelle e quando si perderà quella parte si perderà anche il lato artistico. Il rischio è di arrivare a una disciplina simile ai tuffi, con figure codificate per tutti».

Il lato artistico lei ha avuto modo di svilupparlo con il Cirque du Soleil. Com’è stata quell’esperienza?

«È forse quella che mi ha appagato di più. È stata un’esperienza incredibile, supportata da un’organizzazione altrettanto incredibile: si punta alla qualità della performance e quindi vogliono che tu sia contento». —



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