Bollo auto pagato, cosa fare se arriva il “doppio conto”
Aver pagato il bollo dell’auto e vedersi recapitare un sollecito di pagamento dall’Agenzia delle entrate, talora con dati anagrafici non corretti, è cosa che sta inquietando alcuni cittadini di Trieste. Viceversa, la stessa Agenzia è vittima di una truffa informatica e raccomanda di non inserire i numeri della propria carta di credito col miraggio di “rimborsi”. È un furto di dati.
«Non abbiamo avuto le file allo sportello - dice l’Agenzia di Trieste - ma qualche caso di errore si è verificato nel corso degli accertamenti sui pagamenti del 2011. A volte il contribuente ha sbagliato bollettino, a volte (se ha pagato in tabaccheria) può essersi verificato un incrocio informatico di informazioni, che comunque confluiscono in una banca dati nazionale del ministero dell’Economia, o può accadere un’omonimia».
Siccome di fronte a un’ingiunzione di pagamento tutti si spaventano, e più ancora se i dati personali risultano non corretti, la via per rimettere le cose a posto è di recarsi alla sede dell’Agenzia delle entrate esponendo la ricevuta del bollo effettivamente pagato, l’ufficio ritirerà l’ingiunzione inviata per errore. Il sito dell’Agenzia consente di verificare personalmente la propria situazione. Anche (ma certo non solo) sui bolli auto. Basta scegliere la pagina intitolata “Il tuo profilo fiscale” e di seguito, dalle colonne, la voce “Calcolare”, e quindi ancora “bollo auto”. Inserendo i propri dati (regione, targa e anno di cui si vuole verificare il versamento) e si avrà una tabella che riporta dove e quando è stata pagata la cifra.
Invece viaggiano proprio per via informatica false notifiche di rimborsi fiscali, dall’indirizzo “AgenziadelleEntrate@finanzi.it”. Chi lo ricevesse, non prosegua nell’uso con “Fornisci le informazioni”. Nessun rimborso, dice l’Agenzia, avviene per via informatica. Le modalità corrette si trovano sempre sul sito.
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