Borean, dalle particelle alla grande finanza: «Più investimenti etici per la crescita del Leone»

TRIESTE. Cristiano Borean, ultimo grande talento prodotto dal dna Generali, è il nuovo capo della finanza del Leone. Ci riceve mentre la figlia piccola aspetta seduta alla scrivania del padre e legge tranquilla un fumetto. Anche questo è un segnale di cambiamento nel sancta sanctorum della finanza del Leone. Siamo più vicini alla generazione dei Millenial che all’algido mondo del grande capitale. Dopo la presentazione del piano industriale, Borean è impegnato in questi giorni in un road-show di presentazione nelle capitali mondiali, da Londra a Parigi a Bruxelles e New York. «Accoglienza buonissima. Gli investitori hanno percepito la credibilità di questo piano che per la prima volta apre la stagione della crescita. Ovviamente sono molte le domande degli analisti sull’Italia. C’è grande attenzione».
Borean, 44 anni, si prepara a innovare molto alle Generali, e non solo per l’abbigliamento informale e lo stile gentile, molto comunicativo e sempre diretto: «Bisogna sempre appoggiarsi a persone di talento che hanno valori comuni e sulle quali riporre fiducia. Il lavoro di squadra è importante. La mia filosofia? Credo agli investimenti responsabili e etici che in futuro avranno molta importanza nella creazione di valore. Come la piattaforma europea di mobilità di Generali che costruirà il nuovo ecosistema urbano». Economia della condivisione, car sharing. Questo è il futuro. Quando può corre nella sua Valbruna per fare trekking: «Il mio luogo di felicità». Ultimo di una serie di grandi manager delle Generali amanti dello sport: da Mario Greco (ciclismo) a Philippe Donnet (rugby) fino all’ex presidente Gianfranco Gutty (sci di fondo).
PARTICELLE ELEMENTARI
Ecco la storia. Dopo l’università, il giovane Borean si appassiona alla fisica delle particelle elementari. Figlio unico di Fulvio, falegname, e di mamma Laura, che è di origini istriane. La sua avventura continua all’estero come quei triestini che «hanno come cultura il mondo». Sul comodino la biografia di Julius Kugy, il grande alpinista mitteleuropeo.
Tesi di laurea al Cern di Ginevra, il più grande laboratorio al mondo, entra nel 1998 nell’equipe di Fabiola Giannotti, impegnata nella costruzione del nuovo acceleratore di particelle. Grazie a una borsa di studio si sposta poi negli Stati Uniti a Stanford per studiare le assimetrie fra materia e antimateria: «Un periodo fondamentale per la mia crescita».
SLIDING DOORS
In Usa il fisico Borean si trova di fronte alla prima delle sliding doors della sua vita professionale: durante il dottorato, nel giorno della Festa del Ringraziamento, incontra un amico che lo convince a partecipare ai corsi di un guru della finanza quantitativa come Daniel Duffy. Da fisico con Phd si appassiona talmente da spedire il suo curriculum a Generali. L’allora capo della finanza Amerigo Borrini (siamo nel 2003) stava in quel periodo creando una struttura di finanza nella holding e cercava analisti finanziari con un profilo da ricercatore. É l’identikit di Borean che viene prima assunto a Trieste e poi inviato a Londra con un percorso mirato sulle banche d’affari e in particolare a Goldman Sachs per un programma di sei mesi assieme ai trader dove studia i derivati, il mondo delle fusioni e acquisizioni e la gestione dei rischi finanziari: «In quel periodo non avevo limiti d’orario». Una stagione di apprendimento che oggi Borean paragona scherzosamente a quella di Neo, il protagonista di Matrix: «Decidevo io quando finire il lavoro».
DALLA FISICA ALLA FINANZA
La sua carriera subisce una accelerazione come capita alle Generali quando scoprono i veri talenti. Nel gennaio 2007 viene chiamato a Generali France come analista senjor gestendo le attività di risparmio e pensioni. Rientra poi alla casa madre come responsabile della finanza quantitativa e viceresponsabile della gestione strategica degli investimenti di gruppo. Il passaggio dalla fisica alla finanza non è affatto strano in un mondo globalizzato: «A Goldman Sachs i trader erano tutti matematici, fisici e ingegneri e solo uno economista», dice Borean che ricorda la grande tradizione delle Generali nel campo degli studi attuariali introdotti dal grande Bruno de Finetti e una figura come Alfonso Desiata che «ha inventato l’assicurazione Vita in Italia». Ma cosa significa il rischio? «É alla base del modello di business delle assicurazioni. Il rischio -dice- può produrre opportunità». Nel giugno 2009 («l’anno in cui nasce mia figlia») si perfeziona in Genertel con l’allora Ceo Davide Passero seguendo il settore non-auto e approfondendo gli aspetti industriali del business.
RITORNO A TRIESTE
Nel 2013 Mario Greco lo chiama nell’head office dove crea la nuova tesoreria centralizzata di gruppo grazie alla quale il Leone riuscirà a risparmiare 75 milioni l’anno: «Un risultato ottenuto con il supporto dei colleghi e delle compagnie estere». Alle Generali i primi tempi, provenendo dal mondo della ricerca, Borean si sentiva intimidito dall’atmosfera seria e austera da giacca e cravatta: «Credo molto nelle regole ma non mi piace sentirmi costretto». Diventa regista del team di finanza quantitativa oltre a occuparsi della copertura strategica dei rischi finanziari. É il suo ufficio a occuparsi in questo periodo della vendita sul mercato di una quota del 12% di Banca Generali per un incasso di 185,2 milioni e della cessione di partecipazioni speciali come quella in Telecom.
LA PENDOLA
Mentre racconta, squilla una pendola ottocentesca accanto a una teca di vetro che custodisce le medaglie coniate dall’ex presidente Cesare Merzagora. Rintocchi di storia del Leone. Nel febbraio 2015 viene così chiamato a fare il capo della finanza di Generali France dall’allora Ceo Eric Lombard. Si trattava di rilanciare sul piano patrimoniale la filiale francese e di avviare il turnaround finanziario: missione che Borean compie nel giro di un paio d’anni con la filiale di Parigi che aumenta del 42% il risultato operativo con un combined ratio al 98,3%. Nell’agosto scorso arriva l’investitura ufficiale del Ceo Philippe Donnet che lo nomina capo della finanza del gruppo: «Alle Generali si respira da sempre una visione internazionale». —
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