Cade dalla bici, grave il ciclista paralimpico Pusateri

L’atleta azzurro ha urtato un tombino durante un allenamento. Sedato e intubato è ricoverato a Varese in terapia intensiva
Andrea Pusateri
Andrea Pusateri

Rimangono molto gravi, ma stabili, le condizioni di Andrea Pusateri, 22 anni, nato a Monfalcone, atleta della nazionale paralimpica di ciclismo e figlio di Pasquale, consigliere comunale a Staranzano. Il giovane è rimasto vittima di un incidente venerdì mattina, mentre si stava allenando a Lurago d’Erba nel comasco.

Doveva essere una giornata di allenamento come tante altre per il giovane, residente da tempo in Lombardia. In un attimo, però, tutto si è trasformato in tragedia per Andrea Pusateri. Il giovane, sembra a causa del dislivello di un tombino, ha perso l’equilibro ed è caduto violentemente al suolo, strisciando il viso per oltre dieci metri. I compagni di squadra e l’ammiraglia hanno immediatamente allertato i soccorsi, intervenuti con un’ambulanza e con un elicottero, che ha trasportato Pusateri all’ospedale di Circolo di Varese, dove si è recato non appena avvertito dell’accaduto anche il padre Pasquale.

L’atleta azzurro si trova ora ricoverato in terapia intensiva per un importante trauma cranico e facciale. È stato sedato e intubato e le sue condizioni sono gravi. L’atleta monzese, 22 anni, fa parte della Fly cycling team di Verano Brianza. La bici di Andrea era preceduta dall’ammiraglia della squadra, guidata dal responsabile e allenatore Luca Maria Lucini, che è subito sceso dalla vettura per accertarsi delle condizioni del ragazzo, apparse subito critiche. Il casco infatti ha tenuto, ma il viso ha urtato fortemente sull’asfalto.

Pusateri il 6 aprile avrebbe dovuto iniziare il Giro d’Italia per atleti paraolimpici. La sfortuna sembra perseguitare Andrea che è riuscito in questi anni a dimostrare il suo valore di atleta, sconfiggendo la tragedia che l'ha segnato da bambino. Nell’aprile del 1997 non aveva nemmeno quattro anni, quando si trovava insieme alla mamma e alla sorella alla stazione ferroviaria di Monza. Quando si divincolò, finendo sui binari, la madre lo rincorse, nel tentativo di salvarlo, ma entrambi vennero travolti. Elena Scarsella morì, il figlio Andrea ebbe le gambe troncate di netto. Venne trasferito al San Gerardo di Monza e preso in cura dal professor Marco Lanzetta che con un intervento delicato riuscì a reimpiantargli la sinistra, mentre la destra rimase amputata. Dopo una degenza di oltre due mesi, altri due interventi, Andrea riacquistò alla fine la funzionalità dell’arto.

Appena ristabilito dalla lunga serie di interventi chirurgici Andrea venne portato dai nonni al Centro protesi Inail di Budrio dove gli venne realizzata la protesi alla gamba destra. Spronato a inserirsi in molti contesti, Andrea scoprì più tardi la bicicletta. Zio Ivo, fratello della mamma, gli insegnò ad andare in bici, utilizzando solo la gamba sinistra. Una passione che ha portato già Andrea ai mondiali paralimpici e che sperava lo potesse traguardare alle Olimpiadi il prossimo anno.

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