Caffè “Stella Polare” chiuso per restauro Cambia la gestione

Il Caffè Stella Polare, in piazza Sant'Antonio, è chiuso da circa due settimane a causa di lavori di restauro. Ma gli interventi coincidono anche con il cambio di gestione del bar, che dopo cinque anni si prepara a un generale rinnovamento, mantenendo però le caratteristiche proprie del locale storico. Un cambiamento in vista insomma, ma non troppo radicale.
«La chiusura è dovuta a lavori importanti, che attendevamo da tempo, spiega Zlatimir Selakovic, presidente della comunità serbo-ortodossa, proprietaria degli spazi – una bonifica fondamentale della fognatura che rappresentava un problema urgente da risolvere. Difficile stabilire la conclusione del cantiere, speriamo avvenga tra un paio di settimane».
Un intervento complesso, di sostituzione delle tubature e di rifacimento dei bagni, che interessa tutto lo stabile. L'avvio dei lavori è coinciso con la chiusura della precedente gestione, operativa dal 2009 al 2014. La decisione sul futuro è ora nelle mani di Vincenzo Menni, titolare del Caffè da trent'anni. «Stiamo valutando se rientrare a tutti gli effetti nella gestione del bar, come accadeva un tempo, o se affidarlo nuovamente a un altro soggetto – spiega – di sicuro c'è che il locale sarà rinnovato, almeno in parte, per offrire un servizio migliore ai clienti. Sarà anche potenziato il personale, per farlo tornare agli antichi splendori. Niente rivoluzioni però – precisa – Stella Polare deve mantenere le sue caratteristiche principali non solo perchè tutelato, in quanto caffè storico, ma anche perchè i clienti, soprattutto i più affezionati, amano ritrovare l'atmosfera di sempre. Un ambiente che cattura anche l'attenzione i turisti, attratti dai particolari unici, come gli stucchi e gli specchi, originali dell'epoca. Ricordo che il caffè Stella Polare è uno dei primi in città, datato 1865».
Ma com'è cambiato il bar negli ultimi trent'anni di vita? «Come caffè storico il fascino è invariato, la gente non manca, la posizione è strategica, contando anche sullo spazio all'aperto. Il locale non è mai stato collegato alla movida, in questo senso non ha mai registrato alti e bassi, ma un andamento costante nel tempo, senza momenti di crisi. Certo tornando indietro nel tempo tutti i triestini ricorderanno bene la vivacità della zona di Ponterosso, tra bancarelle e mercati, con il boom di acquirenti degli anni '80 nel Borgo Teresiano, ma tuttora resta una zona di grande passaggio nel centro cittadino. Ci aiutano anche gli eventi che si svolgono nelle vie vicine e in piazza, in occasione delle varie festività, in aggiunta agli appuntamenti culturali che da sempre vengono promossi da noi».
L'iter prevede nelle prossime settimane l'ultimazione dei lavori in corso e quindi la decisione sulla futura gestione. «Ancora un po' di tempo per definire alcune decisioni – conclude Menni - l'obiettivo è di riaprire tra un mese circa. Qualche anticipazione? Posso soltanto annunciare che, indipendentemente da chi siederà dietro il bancone, il nostro compito resterà quello iniziato trent'anni fa, di tutela, controllo e valorizzazione del locale, che rappresenta un pezzo importante della storia di Trieste».
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