Canalette d’irrigazione usate come discariche

di Luca Perrino
RONCHI DEI LEGIONARI
Il sistema irriguo, negli ultimi anni, è completamente cambiato. E non c’è più bisogno, o quasi, delle canalette irrigue che un tempo, partendo dal canale De Dottori, si sviluppavano lungo tutti i terreni agricoli della Bisiacaria. Molti di quei manufatti, però, resistono all’usura del tempo, così come tanti fossati (pure questi, in passato, complementi dell’agricoltura) appaiono ancora lì al loro posto. Con scarsa, scarsissima manutenzione.
Strutture abbandonate e spesso utilizzare come illegale deposito di rifiuti. Succede anche a Ronchi dei Legionari dove solo alcuni anni fa l’amministrazione comunale ha impiegato 23mila euro per un primo lotto di completa dismissione delle canalette irrigue in via Cavour, via Mascagni, via delle Mostegane e all’interno dello stadio comunale Alfredo Lucca. Ma non si è andati oltre. E così i manufatti si sono trasformati, appunto, in una sorta di catalizzatori di immondizia. Lungo via Redipuglia, sul lato destro per chi è diretto in centro, corre un vecchio fossato, ormai quasi completamente disseminato di rifiuti di ogni genere. Un fossato che non è protetto e che, queste sono le intenzioni della municipalità cittadina, dovrebbe diventare in un prossimo futuro una pista ciclabile. Ma il progetto è legato al piano per il riordino urbanistico del rione delle “Casette” e alla riqualificazione di via Redipuglia, oggi una striscia d’asfalto anonima e anche molto pericolosa.
Stessa situazione nel rione di Soleschiano, dove il fossato che corre a fianco della carreggiata spesso, nelle giornate di pioggia abbondante, si riempie d’acqua che tracima sulla strada creando non pochi problemi alla circolazione e alla sicurezza delle persone. Lo è ancor di più per il fatto che questi fossati risultano privi di una qualsivoglia protezione, nemmeno di paline catarifrangenti. Una vecchia canaletta irrigua la si trova pure in via D’Annunzio, proprio alle spalle del monumento dedicato all’impresa di Fiume. E anche in questo caso essa viene quasi interamente coperta da una folta vegetazione e dagli immancabili sacchetti di spazzatura scaricati da persone prive di scrupoli. Ma di questi manufatti c’è traccia anche in altri quartieri della città, testimonianza di un passato agricolo che ha ormai mutato pelle. Servono altri soldi, altri finanziamenti per toglierli di mezzo e rendere le strade meno pericolose e più fruibili. Per non è impresa facile, di questi tempi e allora le canalette rimangono lì, al loro posto, sempre più abbandonate, nella speranza che il futuro possa far mutare le cose.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo