Candidatura Unesco priorità di Bernardis

Il sindaco di Dolegna: il riconoscimento per l’intero Collio è un obiettivo su cui stiamo lavorando bene

DOLEGNA. L'obiettivo principale del 2017 è la solidificazione della candidatura Unesco, nata proprio a Dolegna?

«Certamente», risponde Diego Bernadi, sindaco del piccolo Comune adagiato sul Collio.

È senza dubbio la priorità su cui stiamo lavorando sia come amministrazione, sia come gruppo di istituzioni: da sindaco fautore e propositore della prima ora è un sogno nel cassetto che vorrei portare a compimento per il territorio. Proprio in questi giorni stiamo lavorando come comitato promotore istituzionale per dare incarico al gruppo tecnico scientifico di redigere la prima stesura del dossier che poi verrà inoltrato per la tentative list, forse già a fine settembre prossimo.

Sul piano lavori pubblici quali sono i progetti per l'anno in corso?

Stiamo completando i lavori di manutenzione e ammodernamento della sede stradale comunale che porta dalla frazione di Lonzano alla frazione di Scriò, lungo le sommità delle nostre colline. Un'opera interessata da alcuni punti critici e franosi che necessitava già da tempo un intervento di questo genere. Inoltre, partiranno nel corso del 2017 i lavori per migliorare la viabilità con aggiunta di opere di captazione acqua e messa in sicurezza dei cigli stradali nonché la sistemazione della carreggiata della comunale che conduce dall'abitato di Mernico al cimitero sovrastante, ove è sita anche la chiesa di Sant'Elena.

Sulle Uti siete sempre stati contrari: perché questo netto no nei confronti di questa riforma visto che già alcuni servizi (esempio: l'ufficio tributi) sono da tempo in rete con altri Comuni?

La legge sulle Unioni terrioriali intercomunalo, voluta dall'attuale amministrazione regionale, è frutto di una imposizione ai Comuni e non di una concertazione con gli stessi. Soprattutto con i Comuni più piccoli dal punto di vista demografico ma non territoriale come il nostro, che rappresentano circa un quarto di tutti i comuni regionali. Bisognava discuterne a priori, trovando le soluzioni di compromesso più adeguate a seconda delle varie esigenze. E quelle di Dolegna possono essere diverse a esempio da quelle di Sutrio, pur essendo piccoli entrambi i Comuni. Del resto, amo ribadire, la possibilità di unire le forze e accorpare alcuni servizi e funzioni già esisteva, con la cosiddetta Legge Iacop; l'ufficio tributi né è un esempio, ma anche le convenzioni per il trasporto scolastico, per la segreteria, per il commercio. Bastava perfezionare tale strumento legislativo, quello sì volontario, che già permetteva di aiutarsi vicendevolmente tra enti, garantendo efficienza e risparmio alle comunità. E non creare ex novo una legge obbligatoria, arrogante e supponente. Non a caso proprio in questi giorni il Tar del Lazio ha emesso una sentenza su un ricorso alla Del Rio (molto più soft della nostra-Uti) ove sancisce incostituzionali le aggregazioni obbligatorie di Comuni e di funzioni.

Passiano alla questione immigrazione: la vostra posizione (ospitalità solo a famiglie provenienti dalla Siria o altre zone di combattimento) resta uguale?

Resta sicuramente invariata: io vedo nell'Isontino persone provenienti soprattutto da Afghanistan e Pakistan, che non posso definire profughi di guerra, ai quali viene concesso tanto quanto non si concede a nostri concittadini che hanno situazioni di indigenza e verso i quali non c'è la medesima attenzione.(m.f.)

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