Cani sui mezzi pubblici triestini, battaglia al Tar

I cani fanno finire la Provincia di Trieste davanti al Tar. A trascinare l’ente dinnanzi al tribunale amministrativo è la Trieste Trasporti che si oppone al nuovo regolamento di vettura redatto lo scorso anno dalla Provincia e approvato dal Consiglio provinciale, e con precisione alla possibilità di trasportare sugli autobus al massimo un cane di taglia media munito di museruola e guinzaglio.
La novità, introdotta da anni in decine di grandi città italiane, aveva raccolto il consenso dei tanti proprietari di cani che, vista l’impossibilità di far entrare l’animale in una gabbietta o in un trasportino adatti principalmente a contenere un gatto o un cane di pochi chili, non hanno accesso ai mezzi del trasporto pubblico locale quando escono con il loro amico a quattro zampe. Dopo il via libera da parte del consiglio provinciale, il nuovo regolamento-tipo poteva diventare esecutivo a tutti gli effetti solo dopo che l’azienda di via dei Lavoratori, apportando eventuali piccole modifiche, l’avesse trasformato nel nuovo e ufficiale regolamento di vettura. E invece, per quell’articolo che riguarda i cani di taglia media, il confronto si è spostato davanti al Tar. Il regolamento di vettura vigente impone che possano essere trasportati solo i cani di piccola taglia sistemati in appositi contenitori omologati. Il che significa che sono trasportabili i quattro zampe di non più di 4 chili. Chi conosce i cani sa bene che un cane di peso leggermente più consistente difficilmente acconsentirebbe a farsi infilare in una gabbietta. Il nuovo regolamento-tipo approvato dalla Provincia stabiliva invece la possibilità di trasportare un cane di taglia media, sistemato nella parte retrostante dell’autobus con museruola e guinzaglio. Priorità assoluta restava riservata ai cani che accompagnano i non vedenti.
L’amministratore delegato di Trieste Trasporti, Cosimo Paparo, preferisce non rilasciare dichiarazioni in merito alle motivazioni che hanno spinto l’azienda ad opporsi. «C’è una causa in corso - specifica l’ad - e di conseguenza non mi esprimo». Ma la loro contrarietà i vertici della Trieste Trasporti l’avevano espressa fin dal primo momento evidenziando le difficoltà di convivenza su un mezzo pubblico tra i quattro zampe. «Possono esserci persone allergiche al loro pelo, che hanno paura dei cani - avevano spiegato - e ci potrebbero essere problemi nel caso qualcuno si facesse male o se il cane sporcasse». «Confidiamo nella decisione del Tar - dichiara Vittorio Zollia, assessore provinciale ai Trasporti -. Le motivazioni con le quali la Trieste Trasporti si oppone sono superabili. La Provincia ha agito legittimamente anche in linea con la nuova legge regionale che consente l’accesso dei cani nei luoghi pubblici. E l’autobus è un luogo pubblico». Zollia specifica anche che la possibilità di trasportare i cani di taglia media sarebbe stata introdotta gradualmente e naturalmente, onde evitare disguidi, e non sarebbe stata permessa in certe situazioni. «È evidente - spiega - che non sarebbe stato permesso in estate sulla linea 6 che porta a Barcola e con l’autobus affollatissimo. Come in ogni cosa ci vuole il buon senso».
«Si sprecano le campagne e gli appelli dei personaggi dello spettacolo e della politica per l’adozione di cani, anche per alleviare lo stato di solitudine degli anziani - osserva il capogruppo Pdl in consiglio provinciale, Claudio Grizon - e poi, contrariamente a quanto accade in molte città italiane ed europee, nella “civilissima” Trieste si vorrebbe impedire a giovani e anziani di salire sui bus con un cane di piccola taglia in braccio. Spero davvero si trovi una soluzione, a costo di modificare il regolamento. E che il buon senso valga più delle carte bollate. Chi pagherà i costi del ricorso se, com’è probabile, il Tar darà torto a Trieste Trasporti? Gli utenti con i biglietti o i vertici di Trieste Trasporti?».
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