“Carciotti” e Prefettura finiscono presto a mollo

Nessuno aveva le chiavi per aprire l’edificio del Comune. Danni anche a Palazzo Stratti e agli Specchi. Gli esercenti: «Non funziona le rete fognaria»
Di Laura Tonero

Quaranta centimetri d’acqua all’interno del pianterreno di palazzo Carciotti. Altrettanti nei sotterranei di palazzo Stratti, l’imponente edificio delle Assicurazioni Generali di piazza dell’Unità.

Ieri l'alta marea - il picco massimo è stato raggiunto alle 9.30 - ha messo fuori combattimento due edifici storici di Trieste.

I vigili del fuoco hanno dovuto fare mille peripezie per accedere all’atrio del Carciotti. Perché di quel palazzo, vincolato dalla Soprintendenza, non si trovavano le chiavi. Il portone principale che si affaccia sulla Riva III Novembre si può aprire solo dall'interno.

«Ci sono dei lavori in corso - hanno spiegato gli agenti della polizia municipale che si sono accorti dell’allagamento - e le chiavi le ha la ditta che li sta eseguendo. I numeri di telefono dei geometri dell’impresa Benussi e Tommasetti lasciati al Comune per la reperibilità non sono raggiungibili». In caso di incendio, visto che il fuoco non lascia margini di tempo, le conseguenze sarebbero state irreparabili.

I pompieri hanno tentato di raggiungere l'atrio del palazzo dapprima forzando le porte laterali che danno sulle vie Genova e Bellini; in un secondo momento tentando di aprire una finestra del piano nobile. Niente da fare, ci sono i doppi serramenti.

Solo il via libera della polizia locale, dopo oltre tre quarti d’ora di tentativi, ha permesso di rompere un vetro e di accedere all’atrio del palazzo neoclassico. Spalancato il portone, la prevedibile brutta sorpresa: il pianterreno era immerso in poco meno di mezzo metro d’acqua.

Impegnativo anche l’intervento dei vigili del fuoco nei sotterranei di palazzo Stratti dove, tra l’altro, sono sistemate le caldaie e gli impianti elettrici dell’edificio. Chiamati dalla Vecogest, la ditta che lì si occupa della manutenzione degli impianti, i pompieri hanno impiegato oltre un’ora per prosciugare l’acqua che arrivava ai polpacci.

Inevitabili i disagi anche per il Caffè degli Specchi ospitato al piano terra dello Stratti e per la discoteca Mandracchio.

L’alta marea ha causato danni anche al palazzo della Prefettura - il sistema elettrico è andato fuori uso - e al teatro Verdi. Le saracinesche e le apposite pompe hanno invece impedito l’allagamento del hotel Savoia Excelsior.

Imponente lo spiegamento di uomini e mezzi da parte dei pompieri - tre le squadre in azione solo nel cuore della città - e della polizia locale. «Molti nostri colleghi - riferiscono i vigili urbani - hanno volontariamente dato disponibilità a lavorare anche se era una giornata festiva. Questi “rinforzi” e l’aiuto del personale della Protezione civile ci hanno permesso di dare un buon supporto agli inevitabili problemi al traffico».

Disastrosa la situazione degli esercizi pubblici che si affacciano sulle Rive, in via Mazzini e in via Cadorna. «Fino a quando non sono state rifatte le Rive, simili situazioni si verificavano una volta ogni 5 anni. Adesso 5 volte ogni dodici mesi», osserva Fulvio Rakar, titolare del ristorante Le bandierette, impegnato assieme ai dipendenti a svuotare a secchiate il locale completamente allagato. Gli fa eco Antonio, gestore della gelateria Marra: «C’è qualche cosa che non funziona a livello fognario, - ipotizza - stamattina qui galleggiavano pure dei topi morti. Visto che i locali sono allagati chi ci garantisce ora le norme igienico sanitarie?». I locali per sicurezza hanno staccato i frigoriferi e i congelatori.

Notevoli i disagi anche al trasporto pubblico. Alcune linee di autobus sono state deviate e l’acqua alta di alcune vie del centro non permetteva ai pedoni di scendere dai mezzi senza finire in un sorta di piscina artificiale.

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