«Carenti i documenti sulle opere anti-fumi previste alla Ferriera»
È stata definita l’operazione cruciale per il risanamento della Ferriera: un impianto di aspirazione studiato per la captazione, la depolverizzazione e la filtrazione delle emissioni nelle diverse aree della cokeria. Ma ancor prima di nascere sono arrivate le prime perplessità.
A parlare di «documentazione carente» e dunque di un «progetto non valutabile» è il professor Marco Boscolo, il consulente tecnico incaricato dai sostituti procuratori Federico Frezza e Giorgio Milillo di valutare la funzionalità e l’efficacia teorica del progetto annunciato dalla proprietà di aspirazione delle emissioni aeee della cokeria con particolare attenzione alle emissioni diffuse e non convogliate. In una breve relazione trasmessa ai pm, Boscolo prende sul nascere le distanze dall’iniziativa clou del risanamento ambientale dello stabilimento. La stessa relazione è stata inviata anche alla direzione Ambiente della Regione, come pure alla Provincia, eppoi al Comune, all’Arpa e all’Azienda sanitaria.
Nella nota si legge una breve descrizione: «Tale intervento si propone di intercettare le emissioni fuggitive provenienti dalle porte della cokeria durante la fase di distillazione e quelle che intervengono al caricamento e allo sfornamento, nonché le emissioni di benzene e di altri composti organici dell’impianto di trattamento dei sottoprodotti». Poi ecco i dubbi: «Il progetto appare ambizioso e non sembrano esservi dei precedenti realizzati in giro per il mondo, il che comporta la necessità di un’accurata attività di progettazione per delineare chiaramente gli obiettivi di contenimento, definire le condizioni stesse di progetto e individuare le strategie operative».
Nella relazione così Boscolo descrive anche la nuova struttura: «Al di sopra delle porte della cokeria si vorrebbero installare delle cappe di aspirazione la cui portata d’aria aspirata sarebbe convogliata a un filtro a maniche di nuova realizzazione ove si conseguirebbe l’abbattimento delle polveri e dei policiclici aromatici benzo(a)pirene per mezzo dell’insufflazione di carboni attivi. Allo stesso modo, ma con una diversa e più complessa soluzione tecnica, si provvederebbe alla captazione delle emissioni al caricamento, dovuta all’imperfetta tenuta tra telescopi e bocca di carica, che sarebbero trattate dallo stesso filtro visto in precedenza. Il sistema si completerebbe con una articolata rete di tubazioni e minicappe di aspirazione in grado di captare le emissioni di composti organici volatili provenienti dall’impianto sottoprodotti». Poi arriva secca la valutazione: «In relazione a questi aspetti la documentazione sottopostami appare tuttora carente, tanto da rendere il progetto non valutabile. Tale circostanza potrebbe essere conseguente alla complessità dell’attività progettuale che inevitabilmente comporta dei tempi di qualche mese e che pertanto dovrebbe sbloccarsi tra qualche mese».
Da qui la richiesta di una proroga alla definizione dell’accertamento tecnico.
Nello scorso mese di marzo Alessandra Barocci, responsabile per l'Ambiente del Gruppo Arvedi, parlando in Consiglio comiunale, aveva detto in proposito: «La modellizzazione matematica ci ha dato ragione. Hanno funzionato anche alcune simulazioni con cappe a scala ridotta. La progettazione è terminata, abbiamo investito quattro milioni di euro e ordinato l’impianto. Funzionerà a regime alla fine dell’anno». Prospettiva poi confermata in questi giorni. Per raggiungere l’obiettivo, ha successivamente confermato Barocci, «è prevista la realizzazione di un progetto innovativo per la captazione anche delle emissioni fuggitive che consentirà di ottenere performance ambientali che andranno ben oltre i limiti indicati dalle nuove normative europee in materia ambientale. Il nuovo impianto di aspirazione è progettato per captare, depolverizzare e filtrare le emissioni delle diverse aree della cokeria». (c.b.)
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