Cartiera Burgo, dimezzati gli esuberi

Siglato l’accordo, trenta i lavoratori in uscita sui 63 previsti. Nove operai dovranno accettare il trasferimento a Tolmezzo
Di Tiziana Carpinelli
sterle trieste 05 05 08 esterno della cartiera burgo fine turno
sterle trieste 05 05 08 esterno della cartiera burgo fine turno

DUINO AURISINA. Trentatré salvi e trenta a casa. Ridotto ai minimi termini, questo prevede l'accordo in extremis siglato l'altra notte alla Confindustria di Vicenza, dove finalmente è stata sciolta l'intricata matassa dei 63 esuberi alla Burgo di San Giovanni. Sotto la regia dei sindacati di categoria nazionali la trattativa-fiume si è protratta per 15 ore di fila e all'1.30 la fumata bianca è arrivata. In pratica dimezzate le uscite: un risultato ottenuto da Cgil, Cisl, Uil e Ugl in cambio, tra le altre cose, di flessibilità organizzativa, ricorso a personale produttivo per la manutenzioni di macchinari e piccoli interventi.

L'aver strappato una pre-intesa, ieri pomeriggio avallata dall'assemblea di fabbrica a stragrande maggioranza, è stato però tutt'altro che una passeggiata. E se da un lato «l'accordo (poi ratificato in Provincia, ndr), ha indubbiamente registrato un significativo ridimensionamento dei licenziamenti collettivi», dall'altro ha però concesso molto «in termini di organizzazione e flessibilità interna dello stabilimento», come sottolineato ieri dall'assessore provinciale al Lavoro Adele Pino. Di una quadra raggiunta, “sofferta ma positiva”, hanno parlato anche Cisl e Cgil, quest'ultima sottolineando come il documento «sia stato firmato a livello unitario dalle Rsu, circostanza che non capitava da tempo». «Non c'è da fare i salti di gioia – così Mirella Iacone, segretaria provinciale Slc-Cgil – perché comunque 30 persone perderanno l'impiego, ma noi puntavamo ad abbassare il più possibile il numero di esuberi e questo risultato è da considerarsi positivo, pure per il fatto che per la prima volta Burgo ha accordato un recupero di terzializzazioni e offerto la possibilità a 9 esuberi di salvarsi con un trasferimento alla cartiera di Tolmezzo». Punto su cui però Adriano Valle - unica voce dissonante, che come segretario provinciale dell'Ugl si è rifiutato l'altra notte di sottoscrivere la pre-intesa (“per coerenza con la mancata firma del 2013”) - è fortemente critico: «Può essere molto oneroso, per un operaio triestino, recarsi a lavoro a 150 chilometri di distanza da casa: chi può permettersi di pagare benzina e autostrada con queste paghe? Per non parlare dei riverberi su famiglia e orari». Valle ha puntato il dito anche «contro la clausola che pone tra i punteggi per la mobilità la mancata accettazione volontaria del 2013 alla novazione». «Così – ha detto – è come se i sindacati avessero puntato una pistola alla tempia dei lavoratori: i 14 che non vi avevano aderito ora rischiano il posto». Ma come si è giunti al salvataggio dei 33? Nove esuberi dovrebbero accettare il trasferimento a Tolmezzo (tempo fino al 21 per adesioni volontarie), 8 posizioni sono state recuperate tramite internalizzazioni e altre 16 tra scorte e ulteriori figure. Tiziana Cozzi, segretaria regionale Fistel-Cisl non ha nascosto soddisfazione: dagli originali 68 esuberi, infatti, si è passati a 30, una quindicina dei quali riguarda dipendenti "pensionabili" con i tre anni di mobilità. Relativamente agli altri 15 «l'azienda ha comunicato che se dovessero scendere sotto la decina, attraverso uscite volontarie, non provvederà al licenziamento dei restanti». «Con l'accordo – ha concluso Cozzi – i lavoratori non hanno dato nulla come contropartita economica». Da segnalare, infine, come riferito dall'assessore Pino, che «ai 30 esuberi che sottoscriveranno il verbale di conciliazione spetta un benefit: 350 euro mensili al primo anno e 450 al secondo, a integrazione del reddito». «È stato un parto difficile – ha concluso - inserito in un quadro generale di sofferenza delle aziende in Italia. Di qui la necessità di intervenire su cuneo fiscale e riduzione di costi energetici».

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