Casa affittata al trans Patteggiano in due

«Amore, ci mettiamo d’accordo?». Questo si era sentito dire un investigatore dei carabinieri che aveva bussato alla porta di un appartamento in via Vecellio 13. La porta si era aperta e davanti a lui...

«Amore, ci mettiamo d’accordo?». Questo si era sentito dire un investigatore dei carabinieri che aveva bussato alla porta di un appartamento in via Vecellio 13. La porta si era aperta e davanti a lui si era materializzata una giovane e formosa brasiliana: niente reggiseno, solo un perizoma addosso. Era un transessuale che in quell’alloggio si offriva attraverso inserzioni pubblicate su un sito internet con relativo numero di telefono cellulare. Ora il conto è arrivato alla titolare, all’epoca, del contratto d’affitto e anche all’inquilina che aveva sublocato l’alloggio. Sono entrambe brasiliane. Si chiamano rispettivamente Costa Lavia De Araujo e Maria Yara Alves Moreno, entrambe di 39 anni. Accusa: favoreggiamento della prostituzione.

Le due donne hanno patteggiato davanti al gip Luigi Dainotti ciascuna la pena (sospesa, con la condizionale) di un anno di reclusione e 1.400 euro di multa. Sono state assistite dall’avvocato Roberto Corbo. Le indagini del pm Pietro Montrone che avevano consentito la scoperta del residence utilizzato dai transessuali brasiliani in città erano scattate due estati fa. Era finito in manette per favoreggiamento della prostituzione un trans brasiliano. Contemporaneamente gli investigatori avevano avviato una serie d’intercettazioni. Dall’ascolto delle telefonate - moltissime, da parte di insospettabili clienti - era emersa anche una conversazione da cui si evinceva la trattativa tra un trans e un intermediario mirata ad affittare un appartamento in via Vecellio. I militari avevano fermato i clienti che uscivano dall’alloggio. Poi erano risaliti ai titolari dei contratti, tutti brasiliani. Dalle telefonate registrate era anche emersa un’attività frenetica: gli appuntamenti venivano chiesti anche da persone che arrivavano da varie città della regione. Questo almeno risultava fin dai primi giorni dall’analisi della provenienza geografica delle telefonate. Così, a fronte della domanda dei clienti, era cresciuta anche l’offerta: e c’era stato appunto chi, come avevano accertato gli investigatori, si era specializzato proponendo incontri particolari. Sesso diversificato, per tutti i gusti. Anche quelli di padri di famiglia che nell’occasione erano stati convocati in via riservata - date le circostanze decisamente imbarazzanti - in caserma. Non avevano avuto molte difficoltà a raccontare le avventure: «Purché non se ne parli, purché non si sappia».(c.b.)

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