Casa Milcovich, un caso nazionale

Il presidente Fontana: «Gli ospiti della comunità al centro di ogni decisione»
Lasorte Trieste 28/11/11 - Opicina, Comunità Milcovich
Lasorte Trieste 28/11/11 - Opicina, Comunità Milcovich

Casa Milcovich all’attenzione della direzione nazionale dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare. La vicenda dei dodici disabili gravi e gravissimi a rischio trasferimento per debiti, è “monitorata” direttamente dai vertici Uildm. Parola di Alberto Fontana, presidente nazionale, intervenuto in prima persona sulla vicenda delicatissima, aggravatasi dopo l’improvvisa morte per infarto di Claudio Bidoli, assistito di Casa Milcovich e affetto da tetraparesi spastica. I fragili ospiti della comunità, assicura Fontana, «saranno al centro di ogni decisione che la sezione provinciale Uildm di Trieste assumerà e di ogni azione che intraprenderà». Non un “commissariamento” delle decisioni prese sul territorio, ma certo una manifestazione importante di impegno e sensibilità per la vicenda sanitaria, ma soprattutto umana. La direzione nazionale Uildm in una nota rende noto «che sta monitorando costantemente la vicenda, con un’attenzione particolare al benessere e alla tutela dei diritti e della dignità delle persone attualmente ospitate» nella struttura.

Quello di Casa Milcovich è un progetto sviluppato tra fine anni ’80 e inizio anni ’90. «Da allora - precisa Fontana - la Uildm di Trieste ha condotto una gestione di questa struttura in modo autonomo». Una gestione che ha portato a un disavanzo tra i 350 e 380 mila euro. Sui conti pesa l’onerosa gestione del Centro di fisioterapia di via Carducci, le cui spese coinvolgono nello “sbilancio” Casa Milcovich. Di recente poi la cooperativa “La Rinascente”, che si occupa di assistenza degli ospiti di Opicina, ha avviato un’azione di recupero delle spettanze pregresse. Insomma, un’impennata nelle spese: di qui la decisione del presidente della Uildm triestina, Cesare De Simone, di mettere l’immobile sul mercato per 680 mila euro.

Fontana non parla di bilanci, né distribuisce colpe, ma vuole «manifestare rispetto e considerazione per tutte le parti coinvolte, impegnandomi a sostenere e promuovere ogni azione volta al confronto e al raggiungimento di un esito accettabile per tutti. Come Uildm faremo il possibile perché ogni posizione ed esigenza venga adeguatamente considerata e rispettata». Disponibilità e apertura al dialogo, quindi. Atteggiamento che ha contraddistinto anche l’incontro con l’assessore comunale Laura Famulari. Perché la situazione di Casa Milcovich, intitolata al fondatore della Uildm, con il suo strascico di angosce rischia di “macchiare” un anniversario importante. «Quest’anno - ricorda Fontana - la Uildm compie 50 anni spesi lottando per l’assistenza e sostegno delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Che questi 50 anni fungano da garanzia che tutto ciò che verrà fatto nell’ambito di questa vicenda rientrerà nel rispetto di una tradizione, alla quale - conclude - dal nostro fondatore Federico Milcovich in poi, molti hanno dedicato la propria vita e che risponde agli obiettivi statutari per cui la Uildm è nata e esiste». Il 31 dicembre, quando è prevista la cessazione di ogni attività assistenziale a Opicina, è vicino. Ma forse ora ospiti e famiglie si sentono meno soli.

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