Case Ater, in Fvg inevaso il 75% delle domande

Il congelamento del welfare mette a rischio anche le 2mila situazioni risolvibili. Oggi il confronto tra Riccardi e presidenti
Foto BRUNI TRieste 16.01.12 Conf.Regione Sanità: Cons. Lupieri
Foto BRUNI TRieste 16.01.12 Conf.Regione Sanità: Cons. Lupieri

 

TRIESTE

Il welfare padano ha messo alla porta 8 mila e 737 famiglie. Italiani e stranieri. Residenti e non residenti. Un numero che potrebbe crescere e superare la soglia dei 9 mila se, come stima AssoAter, Pordenone si vedrà aumentare le domande del 25%. Migliaia di persone reclamano una casa, che però non possono ricevere perché la Regione è priva di una normativa valida. Le Ater, senza una legge che stabilisca i criteri, non pubblicano né bandi né graduatorie. E i 2 mila e 84 appartamenti disponibili, o di prossima costruzione, restano vuoti. Il provvedimento della giunta in tema di welfare, che doveva fare ordine nella giungla di paletti imposti dalla Lega Nord sui requisiti di residenzialità, nelle scorse settimane è stato nuovamente cestinato dal governo perché “discriminatorio” proprio nei confronti dei non residenti. L’esecutivo, in accordo con il Carroccio, fissava 2 anni di residenza in Fvg per italiani e comunitari e almeno 5 in Italia, di cui 2 in regione, per gli stranieri. Secondo il parere del Consiglio dei Ministri «tali disposizioni eccedono dalla competenza legislativa in materia di assistenza sociale attribuita alla Regione e comportano l’esclusione assoluta di intere categorie di persone, fondata sulla mancanza di una residenza temporalmente protratta. E violano il principio di uguaglianza stabilito dall’articolo 3 della Costituzione». Il Friuli Venezia Giulia è in un vicolo cieco. Il caso sarà sottoposto in tutta la sua urgenza all’assessore alle Infrastrutture Riccardo Riccardi nel faccia a faccia di oggi con i presidenti delle Ater di Trieste, Udine, Gorizia, Pordenone e dell’Alto Friuli. Si discuterà anche di affitti, aumentati del 3%, in media, in vista dell’introduzione dell’Imu. «Da Riccardi ci aspettiamo un indirizzo per capire cosa dobbiamo fare per sbloccare la situazione», anticipa Paolo Pittini, presidente di AssoAter Fvg. «Sarebbe stato possibile pubblicare bandi – precisa – ma un qualsiasi ricorso avrebbe rischiato di fermare tutto». La fame di alloggi si fa sentire soprattutto a Trieste: 4 mila le domande presentate a fronte del bando emanato a dicembre 2010; un’istruttoria sospesa, in attesa di norme stabili. Le case disponibili sono 600, di cui 300 di nuova costruzione e altrettante derivanti “in via di risulta”, cioè date in concessione dagli enti locali. 1.350 le richieste giunte invece a Gorizia; allo stato attuale, tra ristrutturazioni e realizzazioni, si potrà rispondere a 389 famiglie. L’Ater di Udine ha in programma di pubblicare nel corso del 2012 16 bandi, di cui 13 per l' edilizia sovvenzionata e 3 per la convenzionata. Le domande attese sono circa 2 mila e 300, a fronte delle quali si stima di assegnare circa 900 alloggi. L’Ater di Pordenone aveva programmato di uscire con i bandi a febbraio; sulle scrivanie degli uffici ci sono circa 900 richieste, «ma si può ragionevolmente prevedere un aumento del 20-25%», evidenzia AssoAter. 150, in totale, gli appartamenti offerti. L’Alto Friuli, territorio che comprende la zona montana della provincia di Udine, potrebbe infine accontentare 45 famiglie. «La gravità della situazione deve spingere da subito la giunta Tondo a modificare la normativa impugnata », commenta in una nota Sergio Lupieri (Pd) vice-presidente della Commissione Sanità e Servizi sociali. «Tondo deve raccogliere le considerazioni del Consiglio dei Ministri, per rendere operativo quanto prima un provvedimento che dia regole e requisiti certi per i bandi – osserva – una norma che sia completamente al di fuori dei profili di illegittimità costituzionale che hanno portato alle impugnazioni delle leggi regionali. Hanno paralizzato il welfare penalizzando le migliaia di famiglie che attendono la prima casa Ater - ricorda Lupieri – e tutti coloro che si rivolgono ai servizi sociali dei Comuni per la carta famiglia, per i bonus bebè, per non parlare degli assegni di studio Erdisu. Nessuna amministrazione ha mai provocato, nei quasi 50 anni di storia della Regione – conclude il consigliere del Pd – un tale malgoverno sul tema più vicino ai cittadini, qual è quello delle politiche sociali».

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