Caso Expo Mittelschool, “La Tecia” alla guerra legale

Lapanie vuole verificare la procedura seguita dall’ente camerale per la gara: «Li paghiamo per farci concorrenza, meglio uscire. E con me saranno in molti»

L’Expo Mittelschool finisce in “tecia”. Gianni Lapanie, ristoratore di via San Nicolò dal 1999, si è rivolto a uno studio legale. La vicenda del ristorante della Camera di commercio potrebbe finire in tribunale con l’accusa di concorrenza sleale. Ma non solo. «Voglio vederci chiaro - spiega il titolare de “La Tecia” -. Ho intenzione di impugnare il bando e denunciare eventuali irregolarità. Questione di diritto, ma anche morale». Il riferimento è alla promessa fatta nel 2003, e non mantenuta, da parte di Antonio Paoletti, presidente della Cciaa e pure della Confcommercio: in via San Nicolò 5 mai avrebbe aperto un foro commerciale (negozio o ristorante). «Ero presente. Me la ricordo benissimo. Siamo stati presi in giro» dice Lapanie confermando la versione di Lionello Durissini, ex direttore dell’Acepe e memoria storica del commercio triestino.

In campo entra lo studio legale Marchesini con gli avvocati Renato Marchesini ed Elisa Cantarutti. «Abbiamo ricevuto mandato da Lapanie - spiega lo studio legale - di fare una richiesta di accesso agli atti presso la Cciaa per verificare la procedura seguita per la gara dell’Expo Mittelschool». Una volta ottenute le carte si deciderà che tipo di azione intraprendere. La richiesta è stata inviata qualche giorno fa.

Il titolare de La Tecia di via San Nicolò 10 (a pochi metri dall’Expo Mittelschool), mentre si riserva tutte le azioni legali del mondo, non si tira indietro da giudizi pesanti sull’operato della Camera di commercio nella vicenda Expo Mittelschool. «In questa storia - precisa Lapanie - non sono solo. Ci sono tutti i ristoratori di Trieste pronti a fare la guerra. Siamo un esercito». Molti hanno firmato la sottoscrizione avviata dall’Acepe. «Ci sono Pepi S’ciavo (che è offeso a morte), l’Antico Panada, Audace Cafè, il Bragozzo, il Barattolo, il Caffé Tommaseo, Masè, Navigando e persino l’Hotel Continental», snocciola come un rosario il gestore del La Tecia. E ci sono anche Germano Pellaschiar (Urbanis), Rita Scrigner (Elefante Bianco) e Massimo Di Martino (Romaquattro), tre membri del direttivo della Fipe i cui vertici (il presidente Bruno Vesnaver e il vice Luca Morgan) sono diventati i gestori dell’Expo Mittelschool versione ristorante (loro, in un rigurgito pop, preferiscono chiamarlo trattoria o osteria). «Non capisco perché si siano buttati in un progetto eticamente scorretto. Finiranno per farsi male e fare concorrenza ai loro stessi ristoranti non poi così lontani (l’Antica Ghiacceretta e la Chimera di Bacco). Forse il solito eccesso di protagonismo di Vesnaver che non gli ha mai portato bene» aggiunge Lapanie.

Il bersaglio grosso è Paoletti, “l’uomo con la terza media” (definizione di Lapanie), il collezionista di cariche. L’ultima è la presidenza da 50mila euro l’anno di Ttp. «Paghiamo la Camera di commercio per farci concorrenza. Ma è possibile? La Cccia che si mette contro i suoi associati» continua Lapanie. La sua battaglia è solo all’inizio. «Voglio intraprendere una causa legale per vedere se è possibile togliersi dalla Camera di commercio. Con me saranno in molti a uscire», spiega.

Una vera e propria secessione come quella dalla Confcommercio, sempre guidata da Paoletti. «Abbiamo chiesto un incontro e non ci ha mai convocati. Nessun dialogo con la ristorazione triestina», aggiunge il gestore de La Tecia. Non resta che parlarsi tramite avvocati. «Non ci riconosciamo più nella Camera di commercio. Doveva allestire una scuola professionale per la ristorazione e non l’ha mai fatto - dice Lapanie -. In compenso affitta un suo locale per farci un ristorante contro di noi». L’Expo Mittelschool non ha ancora aperto, ma la guerra è già cominciata.

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