Cattinara, sparisce una Chirurgia

Cattinara perde un «primariato» universitario di Chirurgia. È operativa la fusione tra Clinica chirurgica e Chirurgia generale. L’operazione è scattata col pensionamento del direttore del primo reparto, Gennaro Liguori, e vedrà le due Chirurgie unite sotto la guida di Nicolò de Manzini che è a capo del secondo, ed è anche preside della facoltà di Medicina, nonché fra i principali attori del progetto-bis per il restauro delle torri e l’ampliamento del Burlo ora in discussione.
«Per la gestione della sanità sarà una buona soluzione, e anche per l’efficienza dei reparti - commenta Liguori -, per le carriere, meno». La fusione è sembrata soluzione indispensabile per risparmiare su una posizione di vertice e per agevolare l’organizzazione del settore operatorio: i due reparti mettono in comune medici, infermieri, strumentisti e conservano due sale operatorie. In quest’ottica dovrebbe diventare, si ritiene, più fluida la gestione dei pazienti e delle liste d’attesa.
Alla Clinica chirurgica per interventi non d’urgenza e non tumorali l’attesa è di circa un anno. Di otto-dieci mesi per un’ernia del disco a Neurochirurgia, di due anni a Urologia per ipertrofia prostatica, di un anno per altri e comunque seri problemi da risolvere con il bisturi. Ancora adesso (benché alcuni reparti abbiano ultimamente ottenuto più sedute di sala operatoria) non tutte le nuove sale chirurgiche sono attive in contemporanea.
C’è stato ingresso di nuovi medici e infermieri, ma la macchina non lavora a pieno regime. Proprio in questi giorni si sta formalizzando un protocollo d’intesa col Burlo Garofolo per ampliare le ore di sala operatoria a disposizione della Ginecologia del Burlo, che in prospettiva dovrebbe lasciare l’istituto pediatrico. Il direttore generale Francesco Cobello ha già avvertito: «Servono però risorse aggiuntive».
Il piano di riassetto delle Chirurgie, che dovrebbe portare soprattutto a un abbattimento delle liste d’attesa, è stato illustrato ai sindacati dei medici e del comparto, che avranno un ulteriore confronto tecnico il 18 novembre. «Posto che cala un dirigente, perché l’Università ha sempre meno soldi - spiega Alessandro Melatini della Cgil medici - non sembra ci siano grandi cambiamenti nell’erogazione del servizio, il problema è che il piano 2011 dell’Azienda ospedaliera, come delle altre Aziende, non è stato mai approvato dalla Regione: tutta la riorganizzazione dei Dipartimenti è ferma. A qualche concorso per medici non si presenta nessuno, e almeno due medici se ne sono andati nella sanità privata».
«La fusione delle Chirurgie - riferisce Sandro Ciampalini, rappresentante aziendale della Cisl medici - fa parte di un programma universitario recepito dall’Azienda ospedaliera, mentre obiettivamente è aumentata l’offerta di sale operatorie e c’è stato uno sforzo importante nell’acquisizione di medici, specie anestesisti».
«Noi speriamo che non ci siano ricadute negative sui posti letto - avverte per il comparto Fabio Pototschnig, segretario provinciale del sindacato autonomo Fials -, i due reparti restano al loro posto, divisi fra il 13.o, 14.o e 15.o piano, con la Pneumologia in mezzo che non può cambiare sede a causa delle speciali attrezzature. Ma già in questi giorni è iniziata la formazione del personale, tutti dovranno operare secondo unico protocollo, quello di de Manzini, inoltre si spera che avendo due sale a disposizione si possano programmare più interventi di lunga durata senza essere costretti a rimandare, per via dell’orologio, il paziente già preparato, che è cosa deprecabile».
E mentre tutti i sindacati si preparano con un incontro il 7 novembre a discutere (preoccupati) sia delle prospettive di un’Azienda unica in regione e sia delle nuove proposte per Burlo e Cattinara, il sindacalista esprime la preoccupazione di tutti per il ventilato calo di posti letto, nella prevista palazzina da costruire accanto alle torri, che ne conterrebbe solo 600: «Con 50 pazienti al giorno fuori reparto, è inimmaginabile calare anche solo di 10 letti, immaginarsi un calo di 100...». (g. z.)
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