Catturato e liberato uno sciacallo dorato Yama ora viene seguito con il radiocollare

Eccezionale operazione nella riserva naturale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa da parte degli esperti 

LA STORIA



Un’operazione che testimonia come questa specie animale sia sempre più presente e diffusa anche nelle nostre zone. Nei giorni scorsi, per la prima volta in Italia, è stato catturato uno sciacallo dorato (Canis aureus), che è stato poi liberato dopo averlo munito di radiocollare. L’operazione è avvenuta nella zona della riserva naturale regionale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa, tra Doberdò del Lago e Ronchi dei Legionari, nell’ambito del programma di monitoraggio del progetto Europeo Interreg Italia-Slovenia Nat2Care.

La delicata quanto complessa operazione è stata condotta dal personale del Dipartimento di scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Università di Udine. Yama, ribattezzato così dal nome dei due operatori che hanno contribuito al suo monitoraggio nelle fasi di pre e post cattura, diventa così il secondo sciacallo dorato munito di radiocollare in Italia dopo Alberto, sciacallo soccorso in seguito a un investimento stradale e rimesso in libertà lo scorso aprile dopo essere stato curato.

La cattura è stata realizzata dopo oltre un anno di ricerche e preparazione dei siti effettuate dal dottor Yannick Fanin, foglianino che, nel 2016, aveva realizzato proprio sul sciacallo dorato la sua tesi di laurea e dalla studentessa Marta Pieri, anche grazie al supporto delle stazioni del Corpo forestale regionale di Gradisca d’Isonzo, Duino e Trieste. Yama ha visitato il sito della cattura a partire dalle 5.30 del mattino, attivando la trappola e i dispositivi di allarme che hanno consentito al team di raggiungere tempestivamente il sito e di cominciare le operazioni per la predisposizione del radiocollare e dei rilievi biometrici. Una volta giunti sul posto gli operatori hanno messo in sicurezza l’animale e il medico veterinario ne ha accertato le buone condizioni di salute valutate nuovamente subito prima del rilascio. Nei giorni successivi Yama è stato seguito con la tecnica di radiotelemetria tradizionale per valutare che il collare funzionasse e per individuare le aree di riposo diurne.

Il team di cattura diretto dal professor Stefano Filacorda, ricercatore e coordinatore degli studi sulla fauna selvatica dell’Università di Udine, era composto dal medico veterinario Stefano Pesaro del Di4A, che ha valutato le buone condizioni di salute dell’animale e raccolto i campioni biologici; dal tecnico del Di4A Andrea Madinelli, che ha predisposto il radiocollare; dall’assegnista di ricerca Yannick Fanin e dalla studentessa Marta Pieri, che hanno monitorato e predisposto il sito di cattura e che hanno seguito le fasi di radiotelemetria vhf nelle fasi di post rilascio.

Un’operazione che va anche nella direzione della salvaguardia di questa specie animale che, nel 2018, era stata oggetto di un duplice abbattimento nella zona di Polazzo. «Yama – sono le parole di Filacorda – è un soggetto adulto territoriale, che vive con il suo branco composto dalla compagna e da due cuccioli nati ad aprile sul territorio della riserva. Pesa 14 chili e la sua dieta è prevalentemente composta da piccoli roditori, lepri e da carcasse di animali morti. Tra alcuni mesi i cuccioli saranno abbastanza grandi da abbandonare il nucleo familiare e si disperderanno in altri territori nel tentativo di colonizzarli. Oltre alla predisposizione del radiocollare lo sciacallo è stato sottoposto a prelievi di sangue, feci e pelo utili alla raccolta di informazioni sullo stato sanitario del soggetto e della popolazione, e alla valutazione dei livelli di cortisolo, un ormone legato ai fattori di stress».

L’Università di Udine monitora costantemente questa specie con l’uso della stimolazione acustica, delle foto trappole e altre tecniche per stimare la consistenza, l’ecologia e lo stato di salute della popolazione sul territorio regionale. «Questa specie – conclude Filacorda – è in espansione in molti Paesi europei, ma molti aspetti della sua ecologia e biologia sono ancora poco noti alla comunità scientifica. In quest’ottica la raccolta di informazioni con la radiotelemetria satellitare sugli spostamenti degli sciacalli svolge un ruolo fondamentale per la comprensione e la protezione di questa specie». —



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