C’è il fondo Wrm di Mincione in prima fila per la Dukcevich

Dopo Quattro R e Oxy Capital è la terza realtà a cercare una soluzione per salvare l’azienda alimentare. Finanziere discusso fra i casi Carige, Retelit e Sloan Avenue



A meno di aggiornamenti provocati dal nuovo anno, un solo concorrente è rimasto in gara per acquisire il gruppo alimentare Kipre Dukcevich, che giusto un anno fa dichiarò, con un clamoroso outing di Mario & Sonia pubblicato a pagamento su “Sole 24 Ore”, la propria crisi finanziaria.

Quasi per nemesi, quasi per commemorare un anno assai difficile per l’azienda triestina in concordato preventivo, dodici mesi dopo quell’annuncio è ancora il quotidiano economico milanese a suggerire quale potrebbe essere la soluzione ai mali Dukcevich: il fondo Wrm pilotato dal finanziere Raffaele Mincione. Fonti vicine a Kipre confermano l’anticipazione.

Secondo “Sole 24 Ore”, adesso Mincione corre da solo perché l’altro fondo in competizione, Oxy Capital (in portafoglio Stefanel e nel mirino Maccaferri), ha visto sfumare poco prima di Natale l’accordo con i Dukcevich, ai quali avrebbe prospettato l’affitto immediato dei tre marchi (Principe, King’s, Sia.Mo.Ci.) e 60 milioni finalizzati al controllo dell’intero gruppo. La famiglia avrebbe frenato - sempre secondo il giornale economico - perché tentata da un’altra proposta, quella appunto formulata da Mincione, proposta che potrebbe essere più favorevole a livello di governance. Il che, tradotto, dovrebbe significare una maggiore disponibilità nei riguardi della permanenza dei Dukcevich all’interno dell’impresa.

In genere Mincione si è occupato di finanza e di immobili, ma la recente alleanza con Conad, formalizzata nella costituzione della società Bdc, ha portato all’acquisto degli asset Auchan in Italia. Di conserva con questo interesse verso la grande distribuzione, ecco profilarsi l’attenzione per un polo del prosciutto, dove Dukcevich conferirebbe le quattro produzioni di San Daniele, Sossano (Berico-euganeo), Langhirano (Parma). Ai sindacati era stato detto che la decisione sarebbe stata comunicata attorno alla metà di gennaio, quindi, se non vi saranno ulteriori ripensamenti, l’esito non è lontano.

Ma chi è Mincione? Negli ultimi anni le cronache finanziarie hanno dedicato molto spazio a questo finanziere originario di Pomezia, prossimo a compiere 55 anni, residente a Londra, dove si è trasferito subito dopo il diploma prima per studiare poi per lavorare nella City. Una volta messosi in proprio, il ragioniere pometino è stato al centro di numerose - e discusse - operazioni, tra cui Carige, Retelit, il caso Sloan Avenue. Spesso al confine con la politica.

Nella banca genovese era arrivato ad acquisire una quota superiore al 5%. In Retelit, operante nel settore delle telecomunicazioni, era stato persino coinvolto in qualità di avvocato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, perché il fondo Fiber 4.0., guidato da Mincione, gli aveva chiesto un parere pro-veritate sulla possibilità da parte del governo di attivare il golden power. Ancora più nota la vicenda Sloan Avenue, inerente all’investimento immobiliare eseguito dalla Santa Sede nel prestigioso quartiere londinese di Chelsea: Mincione è accreditato di buone relazioni in Vaticano.

Ed è anche accreditato di fragranti aneddoti, come quello che riguarda l’insolito nome di una sua barca a vela, la “Bottadiculo”: sarà sicuramente di buon auspicio, dovendo affrontare i quasi 150 milioni di indebitamento da cui Kipre Dukcevich è oberato.

Il gruppo alimentare, che ha il quartier generale in via Ressel (zona industriale), cammina da fine settembre sull’orlo del burrone, ovvero da quando è saltata la prima trattativa avviata con un fondo di investimento, il Quattro R: da allora, cioè da quando non è stato definito il piano industriale nei tempi concessi dal Tribunale di Trieste, l’azienda è «aggredibile» dai creditori non soddisfatti. Certo, perlomeno i più grandi, che poi sono le banche, non hanno interesse ad affondare il pericolante cliente, ma l’attesa di una soluzione industriale-finanziaria non può essere infinita. Anche perchè le ricadute occupazionali cominciano a essere preoccupanti, lo stabilimento triestino, dedicato alle produzioni di minore valore come i würstel e i cotti, ha 25 esuberi su 86 dipendenti. La cassa integrazione funziona in via Ressel e a San Daniele. Due fondi e due produttori di fascia alta (Citterio e Beretta) sono già in archivio: lavoratori (circa 500 considerando l’indotto), fornitori e banche aspettano di conoscere l’offerta di Mincione. —



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