«Centrale a biomasse, inquinamento zero»

Roitz della Rail Services illustra le conclusioni di uno studio del Ceta: «Irrilevante l’impatto sulla qualità dell’aria»

Enrico Roitz della Rail services srl rompe il silenzio sul sito della centrale di gassificazione “Rail nord” alimentata con biomasse legnose. E lo fa, non a caso, oggi perché questa sera il consiglio comunale «si esprimerà in merito - spiega Roitz - sancendo la fattibilità o il definitivo accantonamento del progetto industriale di cui la centrale North è una parte ancorchè dirimente ed indispensabile».

Per cementare le sue tesi dell’inquinamento zero illustra le conclusioni della relazione redatta dal Ceta «che, ricordo, è un’associazione senza fini di lucro partecipata al 100% da soggetti pubblici tra i quali il Comune di Gorizia, assieme alla Provincia di Go, di Pordenone, la Cciaa, etc. Lo studio è inerente in primis alla compatibilità ecologico/ambientale della centrale North proprio in riferimento al sito da noi individuato. Poi, si approfondiscono le possibilità di utilizzo per pubblica utilità dell’energia termica pari a 01Mt/h che metteremo a disposizione del Comune ed i relativi benefici in termini di risorse risparmiate e riduzione di emissioni».

Ecco alcuni passaggi della relazione: «Il conferimento della biomassa all’impianto viene realizzato mediante vagoni ferroviari utilizzando la linea interna al sito di proprietà della società proponente. La cippatura dei tronchi - si legge - viene realizzata in un areale attrezzato allestito sempre all’interno del sito di proprietà del proponente. La tecnologia di valorizzazione energetica delle biomasse proposta adotta il sistema RH2INO®, un innovativo processo in continuo di pirolisi “lenta, umida e catalitica” che grazie alla totale assenza di ossigeno nell’ambiente di reazione inibisce la formazione di prodotti inquinanti, quali diossine e furani».

Si rammenta anche che il syngas prodotto «risulta pulito, ovverosia con bassi contenuti di azoto. I prodotti residuali del processo, quali i residui del trattamento acque e il particolato che residua dal ciclone sono ricircolati nel processo, a circuito chiuso. Il processo innovativo non produce alcuno scarico idrico - si legge ancora nel report -. Dai dati si evince che, in relazione ai sistemi di abbattimento dal progetto, gli inquinanti emessi dal camino della centrale, costituiti da polveri, ossidi di azoto, ossido di carbonio, ossidi di zolfo, COT ed NH3, sono ampiamente inferiori ai limiti fissati dalla normativa».

Roitz ha inoltre presentato lo “Studio di ricaduta emissioni in atmosfera” in cui vengono esaminate appunto le ricadute delle sostanze inquinanti (NO2, PST) al suolo, sul breve periodo e sul lungo periodo. «A tal proposito - scrive il Ceta - si conferma il parere di Arpa Fvg chiamata a far parte della Conferenza dei servizi convocata per la concessione dell’autorizzazione unica per l’impianto proposto: “nel breve periodo e nel lungo periodo si rimarrà al di sotto di quanto richiesto dei limiti normativi previsti dal D.Lgs. 155/2010, per quanto riguarda gli inquinanti polveri ed ossidi di azoto”. La campagna ha dimostrato come la qualità dell’aria, nel periodo di rilevo, sia buona e con emissioni inquinanti inferiori a tutti i limiti di legge in vigore. Le simulazioni effettuate nelle stesse condizioni meteorologiche rilevate hanno mostrato che l’impatto dei due impianti di progetto (compreso l’equivalente impianto che sarà realizzato in zona industriale, a poche centinaia di metri a sud) è assolutamente poco significativo, anche sommato ai corrispondenti valori orari localmente rilevati».

Lo studio conclude che «in base ai rilievi effettuati, gli impianti di progetto confermano un irrilevante impatto sulla qualità dell’aria presso la località Sant’Andrea di Gorizia» e anche «l’impatto acustico legato all’opera di progetto risulta entro i limiti previsti dalla vigente normativa».

(fra.fa.)

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