«Centrodestra alle primarie per il candidato sindaco di Trieste»

Savino (Fi): si può fare, ma prima un tavolo per fissare i punti fermi del programma da cui partire. Favorevoli Lega e Nuovo Centrodestra. Partita aperta sui nomi
Foto Bruni 05.01.13 Mikez e Jakez:a S.Giusto e sul municipio di piazza Unità
Foto Bruni 05.01.13 Mikez e Jakez:a S.Giusto e sul municipio di piazza Unità

C’è da tentare di ricomporre i cocci di un’armata che fu a lungo invincibile e che oggi è ridotta a pezzetti. E c’è da trovare un candidato capace di tentare quella che a oggi appare una impervia scalata al Municipio. I risultati delle recenti elezioni europee hanno evidenziato lo scenario disastrato di un centrodestra dal quale a livello locale il sindaco in carica, Roberto Cosolini, è uscito irrobustito nell’eventualità di una ricandidatura. Perché certo le elezioni politiche sono cosa ben diversa da quelle amministrative. E certo l’astensionismo, soprattutto a Trieste, il 25 maggio ha sfiorato quota 50%. E ancora, è ovvio, nello scenario politico nazionale due anni - quelli di qui alle amministrative del 2016 - sono un’eternità in cui tutto può accadere. Ma intanto una coalizione di centrodestra a oggi non c’è. E il derby nostrano tra camberiani e non - fra la forzista Sandra Savino e Roberto Dipiazza candidato con il Nuovo Centrodestra - ha messo plasticamente in risalto la spaccatura interna a quello che fu il Pdl, con l’ex sindaco che per un pugno di voti non ha raggiunto in città la deputata e coordinatrice regionale forzista, ferma peraltro a 4.893 preferenze sul totale dei 12.429 voti azzurri (un terzo di quelli presi nel 2009 dal Pdl).

Da qui dunque i partiti del centrodestra tentano di ripartire, e da un numero di voti che, sommando Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia-An e Ncd-Udc (con l’apporto di Un’Altra Trieste), è arrivato in città a quota 26mila, laddove il solo Pd ne ha avuti 32mila. Ripartire alla conquista del Comune, ma come? «Innanzitutto - dice Savino - è opportuno che i coordinatori regionali si siedano a un tavolo e inizino a tracciare delle linee-guida sul programma, trovando punti fermi sulla visione e lo sviluppo della città». Per poi magari mettere in piedi primarie di (eventuale) coalizione? «Le vedo positivamente - è la risposta - aperte a tutti quanti si riconoscono nel centrodestra». Il programma? Fi e Lega di punti in comune ne hanno: la «valorizzazione della zona franca» in Porto Vecchio per esempio e il no alla sdemanializzazione, come dice dal Carroccio il deputato Massimiliano Fedriga mentre Savino annuncia di voler firmare a Roma i referendum proposti dalla Lega su legge Fornero e immigrazione. La composizione non è facile: se Fedriga, che già a dicembre lanciò l’idea di primarie, sottolinea la posizione di Ncd al governo con politiche «non conciliabili con le nostre», la stessa deputata forzista parla del partito di Alfano come di un «nodo da affrontare a livello nazionale». «O si parte da basi condivise o ognuno per sé e Dio per tutti», la sintesi del Carroccio. «A me pare - osserva invece il coordinatore provinciale di Ncd Paolo Rovis - che ora la priorità sia quella di lavorare tutti insieme per ricostruire qualcosa sul modello di ciò che fu la Casa delle libertà. Noi siamo un partito di centrodestra, l’obiettivo per il 2016 è quello di arrivare con un unico candidato di coalizione che sia frutto della scelta degli elettori, non imposto in qualche segreta stanza, sempre che tutti davvero abbiano la volontà di vincere...» «Le primarie? Fratelli d’Italia-An dirà sì se ci sarà una coalizione, e qui l’ultimo momento utile è il dicembre 2015», dice il presidente provinciale Claudio Giacomelli rimarcando intanto la «distanza dai moderati». Mentre da Un’Altra Trieste Alessia Rosolen rivendica come «nel 2009 fummo noi i primi a lanciarle come strumento: sì a qualsiasi confronto alla luce del sole».

Si torna ai nomi, appunto. Troppo presto per farne. Dalla Lega agli altri, nessuno si sbilancia. Di certo, l’ex sindaco di Muggia e Trieste con la sua non-vittoria elettorale alle europee su Savino ha mancato il lancio come candidato “naturale” e deve fare i conti con Forza Italia che gli sbarra la strada («Non potrà essere lui il candidato sindaco», ha messo in chiaro subito dopo il risultato delle europee il consigliere regionale Bruno Marini), a meno di clamorosi - ma possibili - riavvicinamenti all’ovile camberiano. Quanto a Savino, a chiederle se sarebbe disponibile a mettersi in gioco, «nel momento del bisogno non mi sono mai tirata indietro. Sono allineata alle scelte che spettano al partito», si limita a dire. Anche perché di qui a due anni può succedere l’ennesima rivoluzione. E allora, meglio per intanto «sedersi a un tavolo». In attesa di capire cosa accadrà.

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