Cinghiali a nuoto al largo di Lussino

FIUME. Placido, convinto delle proprie forze e del suo senso di “orientamento marinaro”. É apparso così, agli occhi della gente che si trovava a bordo del battello turistico Pirat, il cinghiale che martedì mattina stava nuotando da Lussino in direzione dell’isola di Sansego. Un viaggetto niente male che, se portato a compimento (non si è riuscito ad appurarlo), ha significato per l’irsuto animale una traversata di circa 10 miglia. Il cinghiale, un esemplare adulto, è stato visto dai passeggeri, dal comandante dell’ imbarcazione, Marko MužiC e dalle due guide turistiche, Antonio Badurina e Marko Stojanovic.
«Il bestione, un animale di almeno 100 chili – ha precisato il comandante del Pirat – non ci ha praticamente degnato di uno sguardo. In quel tratto di mare è facile avvistare gruppi di delfini, ma un cinghiale proprio no. Ha comunque suscitato l’entusiasmo generale, anche perchè appariva sicuro di se’, fermamente intenzionato a raggiungere l’ isola di sabbia. Ad un certo punto l’abbiamo perso di vista dovendo navigare verso un’altra direzione. Data la forza e la determinazione dimostrate, credo che abbia sicuramente raggiunto la sponda sansegotta».
Appare chiaro che si tratti di un tentativo di conquista dell’isola nordadriatica, di un allargamento dello spazio vitale dei cinghiali, alla ricerca di cibo e (a causa della persistente siccità) di acqua. Animali alloctoni, introdotti a Cherso una trentina di anni fa per dare impulso al turismo venatorio, i cinghiali si sono piano piano adattati a vivere in tutto l’arcipelago chersino – lussignano, provocando molti danni, soprattutto agli allevatori di ovini.
Questa specie attacca infatti gli agnelli, uccidendoli e cibandosi delle loro interiora. Definiti dannosi tramite speciale provvedimento, i cinghiali vengono fatti segno di numerose battute di caccia che sembrano non averne ridotto il numero. A detta degli esperti e della popolazione isolana, vi è un iperpopolamento che probabilmente ha costretto il cinghiale a cercare nuovi territori. Se così fosse, anche gli abitanti di Sansego – in primo luogo allevatori e agricoltori – saranno messi di fronte all’ impatto negativo dovuto alla presenza di una specie non autoctona, che crea squilibrio ambientale.
Restando in tema, o quasi, giorni fa una videocamera del parco naturale del Monte Maggiore ha inquadrato un orso – bello e grande – mentre scorrazzava lungo un prato dell’ altura istro–quarnerina. La presenza dei plantigradi non è un evento raro per il Monte Maggiore, dove negli ultimi anni sono stati segnalati anche lupi. La permanenza di questi animali selvatici, temuti dall’ uomo (e viceversa), non dura mai a lungo ma fa sempre notizia, preoccupando comprensibilmente gli abitanti dei villaggi montani e gli escursionisti.
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