Cinghiali avvelenati: Sos della Provincia per evitare altre stragi

La condanna dell’azione a Basovizza è stata solo parziale I contadini esasperati: «Dobbiamo pur difenderci»
Di Riccardo Tosques

«Poveri cinghiali. Ma anche poveri agricoltori». Il giorno dopo la notizia della strage di cinghiali di Basovizza, avvenuta per un probabile avvelenamento volontario degli animali, nella località dell'altipiano carsico la condanna del gesto è solo parziale. Non c'è molta voglia di parlare. Ma la litania è più o meno la stessa. «Utilizzare del veleno per fare fuori dei cinghiali non è bello, ma la Provincia o chi per lei non sta facendo nulla di concreto per arginare l'espansione di questi animali. E quindi c'è chi, esasperato, ha forse deciso di compiere un simile atto», spiega un anziano. Gli fa eco un amico: «Bisogna vedere se in effetti si tratta di avvelenamento, però non mi stupirei più di tanto se venisse confermato. I cinghiali purtroppo distruggono tutto. E qui bisogna autodifendersi per sopravvivere».

C'è tanto malumore tra i contadini. Le 11 carcasse ritrovate a Basovizza non sono certo un bel biglietto da visita per chi vuole affrontare l'emergenza cinghiali. Ma per molti si tratta di «un segnale chiaro che le istituzioni devono fare qualcosa». Altrimenti si rischia di arrivare ad una strage-bis. In attesa di sapere l'esito delle indagini tossicologiche sulle carcasse in corso a Basaldella del Friuli – a tale proposito né dal laboratorio tecnico della località friulana né dall'ufficio stampa dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie sito a Padova sono riusciti a fornire la tempistica prevista per avere i risultati definitivi - l'amministrazione provinciale ha preannunciato qualche novità. «Auspicando davvero che questa morte in massa degli animali non derivi da un gesto volontario di qualche irresponsabile, ribadisco che Provincia e cacciatori sono impegnati a trovare soluzioni praticabili per i danni provocati da questi animali. Il problema c'è, lo sappiamo benissimo, e forse adesso siamo vicini ad una soluzione», spiega l'assessore provinciale all'Agricoltura Igor Dolenc. L'esponente della Giunta Bassa Poropat parla infatti di “approcci innovativi” legati all'attivazione di un “progetto di contenimento legato alla inibizione della fertilità”. Le modalità per ottenere tale obbiettivo non sono ancora conosciute. Ma Dolenc ha preannunciato che “la Provincia sta approfondendo l'argomento”. Intanto animalisti e non hanno condannato senza se, né ma l'accaduto. Anche sul web in molti hanno preso posizione narrando di incontri pacifici con queste bestie. L'altra faccia della medaglia sono invece i danni provocati in orti e giardini. La stragrande maggioranza comunque non ha dubbi: se i cinghiali sono una problema, utilizzare del veleno che ha la terribile capacità di mettere a repentaglio tutta la catena alimentare, non è e mai potrà essere la soluzione giusta da adottare.

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