Cinghiali in città, via libera all’abbattimento

Accolta dall’Istituto protezione ambientale la richiesta della Provincia: a sparare solo agenti dell’ente

Cinghiali in città: la Provincia ha autorizzato nuovi abbattimenti. Al massimo entro aprile diventerà operativo il nuovo piano di controllo pluriennale teso a risolvere le criticità connesse alla proliferazione degli ungulati sul territorio isontino. In attesa che il percorso avviato con l’Ispra possa cominciare a dare risposte adeguate, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha accolto la richiesta di autorizzazione degli abbattimenti in deroga avanzata dall’assessore Mara Cernic. Quella degli abbattimenti in deroga è l’estrema ratio di un percorso iniziato con la difesa delle colture con il cosiddetto “pastore elettrico” e con la distribuzione di repellenti olfattivi, strumenti che si sono rivelati solo parzialmente efficaci. L’autorizzazione riguarda soltanto gli agenti della polizia provinciale. Da qui al 31 marzo, il personale agli ordini del comandante Fabrizio Mores potrà abbattere fino a un massimo di 8 capi: 4 nella zona di Piuma e altrettanti in quella di Piedimonte. Il numero può sembrare contenuto, ma i cinghiali sono considerati animali particolarmente intelligenti, in grado di capire dove ci sono pericoli, e la sola presenza dei cacciatori in certe aree a determinate ore può spingerli a ritirarsi nel bosco. Dalla Provincia spiegano che l’obiettivo primario non è quello di uccidere, ma piuttosto quello di evitare che vengano colonizzate le aree periurbane. Le scorribande nei campi coltivati e gli incidenti provocati dall’attraversamento delle strade hanno infatti portato negli anni a indennizzi numerosi e costosi. Il cinghiale è un animale selvatico con abitudini prevalentemente notturne, per questo, a differenza dei cacciatori, la polizia provinciale non avrà limiti né di orario, né di zona. Nella determina pubblicata sul sito dell’ente, viene evidenziato che limitare il fuoco all’arco temporale compreso tra le due ore precedenti al sorgere del sole e le due ore successive al tramonto «non consentirebbe di raggiungere gli obiettivi prefissati». Purché in sicurezza, oltre che sulle 24 ore, gli agenti potranno sparare anche a meno di 100 metri dagli edifici.

In regione, gli unici macellai autorizzati alla lavorazione delle carni selvatiche si trovano a Ovaro e a Cordenons e possono lavorare solo le carni degli animali selvatici allevati; così, in assenza di alternative, le carcasse dei capi abbattuti durante la caccia in deroga dovranno essere portati al carnaio di Monte Debeli. Lo scorso anno, alla vigilia dell’apertura della stagione venatoria, erano stati censiti circa 600 cinghiali. Il report del distretto di caccia “Collio” (aggiornato al 18 dicembre) evidenzia l’abbattimento di 433 capi, ma il numero non è stato sufficiente a contenere una popolazione molto prolifica.

Stefano Bizzi

Riproduzione riservata © Il Piccolo