Cividin, evasione fiscale per 2,5 milioni

Dalla lite sull’eredità Cividin spunta l’evasione fiscale di 2,5 milioni di euro. Nel mirino del pm Federico Frezza è finito Donatello Cividin. Per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio. Secondo l’accusa Cividin è scivolato sul cosiddetto affare Parrano, relativo alla cessione per 15 milioni di euro delle quote della “Effe A.T. finanziaria agrituristica termale Principato di Parrano”. Si tratta di un antichissimo feudo medievale, con il suo borgo perfettamente conservato in provincia di Terni, su cui domina il castello a protezione dei 3.000 acri di territorio incontaminato. Vi sono conservate testimonianze di interesse storico e archeologico che risalgono all’età paleolitica e del bronzo, sino all’età etrusca e romana. È rimasto pressoché integro fino ai nostri giorni. Si trova a solo un’ora e mezza di auto da Roma e Firenze, in posizione centrale per godere le bellezze dell’Umbria e della Toscana.
L’accusa principale (inizialmente riguardava anche la madre Bruna Frigelli che nel 2006 ha cessato la carica di legale rappresentante e per la quale è stata chiesta dal pm l’archiviazione in quanto non è risultato avesse avuto parte attiva nella trattativa di cessione del bene) è in sostanza quella di non avere dichiarato al fisco (dopo la morte del padre Mario) una parte della plusvalenza relativa alla vendita dell’immensa tenuta a una fiduciaria olandese che però era riconducibile, secondo le indagini dell’Agenzia delle entrate, proprio alla Cividin e Co Spa. Insomma, solo un trucco.
Ma per l’avvocato Giuseppe Campeis, difensore di Cividin, la realtà è diversa. «Il reato contestato - dice - presuppone che vi sia una differenza tra prezzo di vendita e di acquisto. Abbiamo le prove che l’acquisto è avvenuto allo stesso prezzo. Quindi non c’è il reato. Abbiamo aderito al pagamento per questioni relative alla ristrutturazione della società, non per altri motivi».
L’indagine era scattata dopo la morte del costruttore avvenuta il 4 aprile 2008. Quando i cinque figli avevano iniziato una vera e propria guerra giudiziaria per la spartizione dell’immensa fortuna.
Erano entrati in campo gli esperti dell’Agenzia delle entrate. Avevano scoperto che solo apparentemente la tenuta in Umbria con tanto di castello e residenza storia (attualmente ospita un albergo boutique di charme in cui oltre al resort si trovano una Spa con tepidarum, calidarum, e frigidarum, con acqua termale e un centro benessere) era di proprietà per il 48 per cento a una fiduciaria olandese. Mentre la famiglia Cividin attraverso la Cividin & Co Spa risultava titolare delle rimanenti quote del 52 per cento.
Ma in realtà l’antico feudo con il suo borgo arroccato intorno al castello di origine medioevale era, secondo l’Agenzia delle entrate, per intero della famiglia del costruttore Mario Cividin. Quando la tenuta è stata ceduta è stato contabilizzato nel bilancio della società solo il 52 per cento del valore del feudo di Parrano. Da qui l’apertura di un contenzioso fiscale milionario e anche del procedimento penale a carico di Donatello Cividin per l’evasione di imposta di 2,5 milioni di euro. Contenzioso dal quale è poi scattato l’accertamento. E a seguito di questo la società Cividin ha già versato lo scorso 14 ottobre la prima rata di 93mila euro.
Ma Donatello Cividin è accusato dal pm Frezza anche per un altra evasione fiscale. La data è quella del 25 marzo 2010. Quel giorno era stato siglato un contratto con cui la «Cividin & Co», di cui Donatello è legale rappresentante, si impegnava a vendere un capannone per la somma di 1,7 milioni di euro con una caparra di 1,2 milioni di euro. Acquirente la Fvg Sviluppo, una società, che per il pm Frezza, era stata costituita ad hoc dallo stesso Cividin. Un’operazione di facciata, un mero schermo, per recuperare denaro senza grossi oneri fiscali.
Infatti i veri acquirenti del capannone erano poi risultati essere lo stesso Cividin. Tant’è che la caparra di 1,2 milioni di euro proveniva da loro attraverso i conti di alcune società fiduciarie.
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