Classici e di ghiaccio nell’Isontino i presepi accontentano tutti

La tradizione della Natività scatena una serie di appassionati da Grado a Gorizia passando per Staranzano e Monfalcone
Non ci sono solo le rassegne dei presepi, a cominciare da quella di Grado che quest’anno si allarga anche ad Aquileia e Terzo. Ogni realtà ne propone qualcuno. C’è Staranzano, ad esempio, che lo costruisce ai piedi del simbolo del paese in pieno centro: il Bobolar. Quest’anno a Monfalcone ne è arrivato uno di ghiaccio, ma anche si è rinnovata la tradizione del presepe, promosso da Aldo Mikleus, lungo il sentiero che porta alla Rocca. Ospitato fra le pietre carsiche. E poi ci sono i presepi di casa, che diventano tradizione. È il caso di Fiumicello e dove a “Casa Merluzzi” si ripete il miracolo da 17 anni. A Fiumicello c’è un piccolo borgo “La Contrada dai Pinsirs”, che ogni anno porta centinaia di persone a percorrerla fino a giungere alla Casa Merluzzi, proprio in fondo alla via, quasi a voler proteggere una magia che si rinnova ogni Santo Natale. Il tutto è iniziato da un vecchio girarrosto che diede vita e movimenti al vecchio taglialegna e all’arrotino, i primi due movimenti e dove il presepio misurava 1,50 x 80 centimetri. Ora il presepio misura 3 metri x 1,10. È artigianale con oltre 20 movimenti che danno vita agli antichi mestieri, dove la notte lascia spazio al giorno, il giorno alla notte in un susseguirsi di cielo stellato, mentre sullo sfondo scende la neve. «Assieme a mio papà Giuliano, lavoriamo per mesi, litigando alle volte, ma con il comune scopo di allestire non un presepio, ma il presepe più bello che abbiamo mai realizzato», spiega Enea Merluzzi che invita fino alla fine di gennaio in via D’Annunzio 20 a Fiumicello.


Presepi per tutti i gusti, insomma, con a Ronchi dei Legionari quelli in movimento. Il più antico e conosciuto è quello realizzato negli anni Trenta da Giuseppe Ermacora, che è ancora una volta esposto nella chiesa di Maria Madre in via Dante. Compie 37 anni il presepe realizzato da Corrado Gon e che può essere ammirato nella chiesa di Santa Domenica, nel rione di Selz, mentre nella chiesa di Santo Stefano, in viale Garibaldi, si può visitare il presepe costruito da Silvano Bassi.


A Gorizia, per le sue suggestioni, merita di essere visto il presepe della chiesa dei frati Cappuccini. Realizzato dall’abile mano artistica di fra Oreste, suscita sensazioni di grande effetto nella sua sacralità. In primo piano risalta molto bene la grotta di Betlemme arricchita da un sottofondo di pastori con i loro greggi, che si apprestano a entrare nella mangiatoia per prostrarsi davanti al Redentore.


La Prefettura ospita invece il presepe in terracota curato dai docenti e dagli alunni della scuola primaria in lingua slovena Zorzut di Brazzano (può essere visitato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18.30 nei giorni feriali). È stato realizzato invece dai ragazzi del Cisi il presepe esposto nell’atrio del Comune di Gorizia. Ad accompagnarlo è la mostra multimediale con i disegni del concorso “Natale a Gorizia: una cartolina dalla nostra città” al quale hanno partecipato gli alunni delle scuole secondarie di primo grado Ascoli, Perco e Trinko. Una visita è da dedicare, infine, al monastero delle Clarisse in piazza Sant’Antonio 2/B dove si trovano tre presepi artigianali: il principale è allestito all’interno di una caratteristica casetta di legno ed è realizzato con i materiali più diversi, arricchito da effetti luminosi e sonori come la neve che fiocca dolcemente ed il pianto di Gesù Bambino. Un secondo presepe è stato realizzato in stile tirolese con movimenti e luci, mentre il terzo, più classico, vede l’utilizzo di tecniche e materiali più svariati.


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