Clementi: «Sistema politico da rilegittimare»

Ospite di un convegno all’Ateneo il più giovane dei “saggi” della commissione di governo per le riforme
Lasorte Trieste 05/07/13 - Università, Aula Bachelet, Clemente, Russo
Lasorte Trieste 05/07/13 - Università, Aula Bachelet, Clemente, Russo

Il tema delle riforme costituzionali e quello della modifica delle legge elettorale: sono stati questi solo alcuni tra gli argomenti sviscerati nel corso dell’incontro tenutosi nell’aula Bachelet dell’Università cittadina e promosso dalla Rete universitaria nazionale. Incontro che ha visto tra i relatori i costituzionalisti Francesco Clementi, il più giovane dei “Saggi” della Commissione per le riforme nominata dal Governo, e Paolo Giangaspero, docente dell’ateneo triestino.

Dopo l’introduzione del senatore del Pd Francesco Russo che ha parlato della «necessità di superare la rigidità e la lentezza dell’apparato istituzionale, sempre meno compatibile con le attuali esigenze del Paese», è stato Clementi ad aprire il dibattito, soffermandosi sul lavoro della Commissione istituita dal Governo che entro la metà di ottobre dovrà fornire un parere consultivo sul percorso delle riforme costituzionali. «Lo scenario storico-politico nel nostro Paese è profondamente mutato e il tempo delle decisioni istituzionali è diventato sempre più breve», ha spiegato Clementi: «Oggi ci troviamo di fronte a partiti deboli che da soli non esauriscono la mediazione sociale e che si rapportano con istituzioni a loro volta deboli. E questo significa che è giunto il momento di cambiare e decidere più rapidamente ma non per questo meno democraticamente».

Tra i nodi chiave toccati dal costituzionalista, il bicameralismo, le forme di stato e di governo e la legge elettorale, partendo dal punto di riferimento del modello francese di semipresidenzialismo, con l’elezione diretta del Capo dello Stato, il rafforzamento dell’esecutivo e una riforma della legge elettorale proiettata al sistema maggioritario a doppio turno.

«Il nostro bicameralismo non ha più senso - ha chiosato Clementi -. L’idea è che solo la Camera dei deputati debba esprimere il rapporto fiduciario con il Governo dettando l’indirizzo politico, mentre la funzione del Senato deve essere di collegamento con il territorio: la figura del presidente della Repubblica infine è garante o governante, senza vie di mezzo come accade ora. In sintesi va rilegittimato il sistema politico attraverso riforme che passino per la legittimazione delle istituzioni».

A sollecitare la discussione alcuni interventi, tra cui quello di Mauro Bussani, esperto di sistemi giuridici comparati, e degli ex senatori Milos Budin e Fulvio Camerini, che si sono soffermati sul rapporto tra istituzioni, partiti e cittadini, mentre l’altro relatore del convegno Paolo Giangaspero ha posto l’accento sui rischi legati ad una revisione costituzionale di questa portata. «È evidente che le riforme costituzionali si intrecciano con questioni di carattere politico contingente - ha obiettato Giangaspero -. Il semipresidenzialismo in particolare si presta ad alcuni equivoci, in cui rischia di venir meno l’idea stessa di democrazia. In sostanza è un sistema che si presenta molto instabile nel suo funzionamento e volatile nei suoi effetti: oggi c’è indubbiamente la necessità di attuare molte riforme, ma non tutte devono necessariamente intervenire sulla Costituzione». (p.pit.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo