Coca e hashish in arrivo da Milano e Torino
Le rotte degli stupefacenti intercettate dalle forze dell’ordine. Treni e camion i mezzi usati dai corrieri

La vicinanza al confine incide poco. Perché le piste seguite dagli investigatori, a ben vedere, portano soprattutto al Nord Italia: è lì che i pusher vanno a rifornirsi per foraggiare la piazza triestina. Lo dimostrano le ultime indagini sul traffico di stupefacenti portate a termine nel capoluogo. A cominciare dalla più consistente, quella d’inizio estate. Era fine maggio quando i Carabinieri, nell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Trieste, avevano chiuso il cerchio attorno a un vero e propri gruppo criminale composto da una decina di spacciatori prevalentemente triestini che operava da tempo in città. I loro canali di approvvigionamento, come è stato scoperto, erano soprattutto le province di Milano, Torino e Genova.
È lì che prendevano la roba in grosse quantità, muovendosi in automobili con doppi fondi, per poi rivenderla qui. In Lombardia la cocaina arriva direttamente dalle zone di produzione, in particolare dalla Colombia. Mentre il fumo sbarca prevalentemente con i pescherecci del Nord Africa. Oppure proviene, via gomma, attraverso la Spagna. Talvolta vengono usati anche i treni, nascondendo i quantitativi di sostanze direttamente in valigia. Circostanze confermate anche recentemente con gli arresti degli spacciatori afgani e pakistani che operano soprattutto nei dintorni della Stazione ferroviaria. La droga viene commissionata ad altri connazionali che, a loro volta, acquistano le sostanze a Milano per poi portarle qui, viaggiando comodamente in carrozza. È così che la Polizia, nelle numerose indagini messe a segno, sequestra di giorno in giorni rilevanti quantitativi di hashish e marijuana.
A chi è destinata la roba? A tutti. Giovani e meno giovani. Tanto gli italiani, quanto gli stranieri. Per il consumo personale o per altre operazioni di piccolo spaccio. «Negli ultimi 12 mesi l’Arma di Trieste ha intensificato l’attività di prevenzione e di contrasto allo traffico di stupefacenti proprio per frenare la diffusione del fenomeno, soprattutto tra i giovanissimi -, spiega il colonnello Daniel Melis, comandante provinciale dei Carabinieri -. La droga rimane un nemico assoluto della società e dei ragazzi in particolare. La stiamo combattendo con impegno e determinazione, grazie anche alla fattiva collaborazione che riceviamo da enti, istituzioni e cittadini. È un lavoro di squadra che sta dando i suoi frutti, ma non bisogna cedere nell’intensità».
(g.s.)
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