Coda di 10 ore al Pronto soccorso: va a curarsi a Sempeter

La sanità transfrontaliera? Roba superata: non serve. C’è la sanità europea. Se ne è accorto un cittadino goriziano che, spazientito per la lunga attesa al pronto soccorso di Gorizia, per un prelievo di sangue ha deciso di rivolgersi all’ospedale di Sempeter-Vertojba. Da novembre una direttiva europea prevede che, anche per le prestazioni ambulatoriali, ci si possa rivolgere all’estero.
Il caso In seguito ad una banale caduta dalla bicicletta, il signor Riccardo Osbat si è rivolto al proprio medico di base che ha compilato un’impegnativa per un’ecografia d’urgenza. Dallo sportelo del Cup è stato inviato direttamente in radiologia dove, in mezz’ora, ha concluso l’esame. Il medico ha però ritenuto opportuno richiedere le analisi del sangue e qui sono cominciati i problemi. «Data l’urgenza - scrive in una lettera Osbat -, mi assegna al pronto soccorso. Al pronto soccorso passano le ore: una, due... non c’è nessuno che dica alcunché (non era sabato o domenica ma venerdì), si sa solamente che c’è solo un medico, uno, di guardia il quale, ovviamente, deve interessarsi dei casi più urgenti. Dopo dieci ore di attesa abbandono il pronto soccorso e me ne vado senza aver avuto alcuna prestazione. Il giorno dopo mi sono recato a Sempeter ed in mezz’ora ho risolto tutto. Medici e utenti che ho interpellato mi hanno assicurato che a San Pietro, anche per i casi meno urgenti, nessuno aspetta più di una, al massimo, due ore».
Qui Slovenia «Se da noi un paziente dovesse aspettare dieci ore al pronto soccorso ci farebbe un esposto e dovrei aprire un’inchiesta», osserva il direttore sanitario dell’ospedale sloveno Marco Gergolet che però spiega come, attualmente, oltre confine l’organizzazione sia diversa: «Abbiamo diversi pronto soccorso: uno internistico e uno chirurgico più uno d’urgenza del poliambulatorio. Da novembre c’è una direttiva europea che prevede il rimborso anche per le prestazioni ambulatoriali. In teoria un paziente italiano potrebbe farsi rimborsare dall’Azienda sanitaria, ma per farlo la procedura è complicata».
Qui Italia «Con la tessera saniaria europea, per le prestazioni d’urgenza la questione transfrontaliera non si pone nemmeno», conferma il direttore sanitario dell’Ass Isontina Marco Bertoli. Nei casi previsti, esibendo la tessera sanitaria Team, anche il pagamento della prestazione avviene direttamente tra gli Stati. Ci sono però delle eccezioni: «Si paga in anticipo e poi si chiede il rimborso quando ci si rivolge in una struttura privata - ricorda la direttrice del distretto socio sanitario Alto Isontino Manuela Bernardi -. E comunque l’Italia paga fino al massimo previsto nel nostro Paese per quella prestazione. In ogni caso, l’intervento urgente è legato al luogo dove è successo l’incidente o l’evento negativo. In generale si parla di ricoveri. Se un paziente non può fare altrimenti, si rivolge alla struttura all’estero; ma quando si tratta di una cosa banale, quando può, dovrebbe andare al pronto soccorso di riferimento».
Tradotto, significa che se un goriziano dovesse rompersi un dito a Nova Gorica, sarebbe opportuno che si facesse visitare e curare al San Giovanni di Dio. In caso di traumi più gravi, come ad esempio la frattura di una gamba, invece, è probabile che verrebbe ricoverato direttamente oltreconfine.
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