Commercialista-finanziere: ora è arrivato il conto

Di giorno impiegato in uno studio di un commercialista, alla sera maresciallo capo in forza alla stazione navale della Guardia di finanza. E nel tempo libero in palestra e in barca.
Ora è arrivato il conto per Massimo Muccio, 42 anni, originario di Brindisi. Dovrà pagare quasi 11mila euro all’Erario. A tanto ammonta la condanna pronunciata dai giudici della sezione giurisdizionale della Corte dei conti presieduta da Paolo Simeon e composta da Giancarlo Di Lecce e Alberto Rigoni. I giudici contabili hanno sostanzialmente accolto le richieste del procuratore Maurizio Zappatori. Il maresciallo Muccio era finito nel mirino del pm Federico Frezza. E nel mese di ottobre del 2011 ha patteggiato - in sede penale - la pena di un anno di reclusione per i reati di truffa e falsità materiale. A svelare le presunte abitudini bizzarre dell’ex militare - visto che proprio alcuni giorni dopo l’iscrizione nel registro degli indagati il maresciallo Muccio aveva riconsegnato la divisa dimettendosi dalle Fiamme gialle, sono state decine di intercettazioni telefoniche e appostamenti durati settimane e settimane.
L’indagine era nata in un primo momento su basi diverse e avviata per far luce su altri comportamenti poco ortodossi del finanziere, che avrebbero potuto configurare un reato diverso. Il sospetto, in origine, era infatti che Muccio sfruttasse il suo ruolo per fare pressioni sui debitori della moglie, proprietaria di un bar in città.
Sulle prime, cioè, si ipotizzava che minacciasse di far scattare verifiche fiscali a carico dei clienti della compagna per convincerli ad essere più puntuali nei pagamenti. È stata proprio la necessità di accertare la fondatezza di quest’accusa, come detto in seguito lasciata cadere, a dare il via agli accertamenti sempre più incisivi.
Si è così scoperto il presunto doppio lavoro e le gite al mare. Il maresciallo capo Muccio pur figurando ufficialmente in servizio alla Stazione navale, aveva infatti l’abitudine di uscire dal lavoro come nulla fosse. Per andare dove? A fare pesi in palestra, tanto per cominciare. Per esempio nel tardo pomeriggio del 13 luglio del 2010 per esempio, secondo quanto emerso dalle intercettazioni telefoniche, l’ex finanziere finito nei guai e ora condannato dalla Corte dei conti per danno erariale conseguente alla truffa e al falso ideologico, aveva trascorso un’ora intera nella palestra Muscle Gym di via Palatucci, dopo aver mostrato la tessera di iscrizione come qualunque altro frequentatore abituale. Ma a detta degli inquirenti Muccio, quasi sempre in turno al pomeriggio, lasciava spesso e senza autorizzazione la caserma in molo Fratelli Bandiera anche per prendere un po’ di sole in barca. Per tre giorni consecutivi infatti, dal 14 al 16 luglio di quello stesso anno gli investigatori coordinati dal pm Frezza l’avevano visto con i loro occhi in costume da bagno a bordo di un’imbarcazione, ovviamente non una di quelle in dotazione alle Fiamme gialle. Infine per quanto all’attività svolta in uno studio da commercialista che, si legge nella sentenza non sono stati riscontrati addebiti ma - si legge - va incidentalmente osservato che sono emersi non pochi e convergenti indizi di un effettivo coinvolgimento del maresciallo Muccio nell’attività professionale».
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