Comunali, spunta Trieste 2030 e pensa a Fermeglia o Pasino

Uno fra l’ex rettore e l’avvocato esperto di diritto marittimo potrebbe essere il candidato civico alternativo a Russo nel centrosinistra, in chiave anti-Dipiazza



Un pensatoio creato per offrire idee sulla città del futuro in vista delle comunali, l’embrione di una lista civica, l’incubatore di una candidatura alternativa a quella di Francesco Russo nel campo del centrosinistra. Un bel po’ di voci circondano l’associazione Trieste 2030, appena fondata da un piccolo ma qualificato gruppo di amanti della politica e che, fra qualche mese e molti “se”, potrebbe proporre l’ex rettore Maurizio Fermeglia o l’avvocato Alberto Pasino come aspirante alla poltrona occupata da Roberto Dipiazza.

Al momento parliamo solo di un’entità ai primi passi: presidente è il professore di ingegneria chimica Fermeglia, vicepresidente l’esperto di diritto marittimo Pasino. Fatalità, entrambi hanno trascorso un periodo in Cina per ragioni lavorative. «Due candidati capaci finalmente di parlare inglese», ironizza l’avvocato Gianfranco Carbone, con una stoccata implicita a Dipiazza. L’ex socialista (e consigliere ombra di Roberto Cosolini) ha contribuito a mettere assieme le teste a un tavolo del solito San Marco: la neuropsichiatra attiva nel volontariato Antonella Zadini, il commercialista ed ex assessore comunale al Bilancio Matteo Montesano, l’architetto deluso dal Pd Giovanni Damiani, la ricercatrice del Sincrotrone Paola Storici e il responsabile della comunicazione di Trieste Trasporti Michele Scozzai.

Accanto a loro un’altra decina di persone e la voglia di allargare il campo. «Vogliamo essere una rete e vedremo chi si impiglierà», dice Carbone. L’anima non è monolitica: se Fermeglia rappresenta una figura istituzionale e vicina al centrosinistra, Pasino viene dalle professioni, è di idee liberali e diede appoggio alla candidatura di Roberto Antonione nel 2011. Sono loro i possibili frontman di un’operazione che ora è difficile dire se decollerà verso un movimento o rimarrà laboratorio di idee: da offrire a una classe dirigente di quaranta-cinquantenni che gli animatori sono convinti il Pd abbia perso capacità di mettere in campo. Il contenitore potrebbe diventare una civica indipendente, certamente schierata contro Dipiazza, probabilmente sostenitrice di Russo al ballottaggio e magari pronta a offrire un’alternativa al centrosinistra se l’ex senatore scegliesse di non correre.

Fermeglia abbassa l’asticella: «Siamo un gruppo di persone che si stimano, ritengono di avere un po’ di cervello e si sono trovate a bere una birra. Vogliamo dirci come vediamo la Trieste del 2030, quindi al di là di ogni mandato elettorale. Come si fronteggia il calo demografico. Come si fa sviluppo sostenibile. Come si creano nuove professioni». Si sussurra che a Fermeglia non dispiacerebbe la corsa a sindaco, ma lui si schermisce: «Illazioni. Il mio candidato è Francesco Russo».

Carbone consiglierà di assumere un profilo più neutro, convinto che Dipiazza abbia fatto il suo tempo e che mondi di centrodestra potrebbero orientarsi altrove: «Partiamo dalla voglia di elaborare contenuti su temi reali, perché sulle questioni civiche nei prossimi mesi va lanciato un grande dialogo aperto agli elettori di entrambi i poli. Non si può escludere la creazione di una civica, che non sia però di complemento al Pd e proponga anzi un candidato sindaco per il primo turno, capace di sfondare anche nel centrodestra». Carbone si tira da parte: «Non intendo assumere ruoli amministrativi».

L’associazione ha qualche riunione in programma: per l’avvocato Pasino, «in questo momento storico suona la chiamata alle armi per la politica, perché gli scenari rischiano di essere apocalittici sul piano sociale ed economico. Avvertiamo l’urgenza di dare un contributo per affrontare le sfide e da qui partiamo». Si dice che il legale si vedrebbe bene alla guida della città, ma lui assicura che «c’è solo spirito di servizio e voglia di identificare i problemi». Sulla collocazione Pasino sfuma: «Centrosinistra? Partiamo dai contenuti e poi arriveremo al punto di caduta. Sono orgoglioso di essere stato accanto ad Antonione quando sfidò Cosolini e oggi mi sento molto calendiano, per così dire». —



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