Comune, la rivolta via lettera dei “quadri”: «Basta stabilizzazioni, servono i concorsi»

TRIESTE. Le firme sono 37 su 99. Un terzo abbondante delle “posizioni organizzative” comunali, quei profili professionali equiparabili ai quadri delle aziende private, storce il naso a fronte della cosiddetta “stabilizzazione” di sei dirigenti a tempo determinato, che furono selezionati nella primavera del 2017. Una decisione assunta dalla giunta in seguito a quanto disposto dalla recente norma regionale.
Intendiamoci, non è una rivolta cruenta e la contestazione avviene in modi garbati all’interno di una missiva lunga 32 righe, compresi gli “egregi” destinatari Michele Lobianco, assessore al Personale, e Santi Terranova, in qualità di direttore generale dell’ente. Ma si tratta di una presa di posizione piuttosto esplicita, all’interno della quale ricorre due volte il lessema “urgenza”. La lettera è datata 17 settembre ed è stata protocollata dieci giorni dopo.
In sostanza, i sottoscrittori chiedono che «venga indetto ... un concorso pubblico per dirigenti a tempo indeterminato, quanto meno fino alla copertura di tutti gli altri posti disponibili». Lo chiedono «nella convinzione di perseguire l’interesse pubblico e anche al fine di veder riconosciuti possibili spazi di carriera».
La cortesia dei toni non impedisce un riferimento malizioso all’ultimo «grande concorso dirigenziale» risalente a 26 anni fa, quando sindaco era Riccardo Illy. La carica dei 37 auspica una «procedura canonica» (il che fa pensare che altri percorsi siano da ritenere meno ortodossi...) tale da «operare una selezione efficace e rispondente alle necessità del Comune». «Un atteso segnale di svolta» - le parole diventano macigni - poichè emerge «un’avvertita sofferenza nell’organizzazione del lavoro con conseguenti ripercussioni sulla qualità dei servizi erogati ai cittadini». E alla base di questa «sofferenza» c’è un numero troppo basso di dirigenti «che limita verso il basso le migliori competenze dell’ente». Ragion per cui si auspica sia l’avvio dei concorsi che l’aumento delle posizioni manageriali.
Molte le firme note al vasto panorama comunale (2.500 dipendenti) ma anche alla platea di chi opera a contatto con la macchina municipale. Lavorano in tutti i luoghi strategici dell’istituzione. C’è il braccio destro del vicesegretario Fabio Lorenzut, Eugenia Siclari. Ci sono l’avvocato Alda de Gennaro, Roberta Tarlao, Kristina Tomic, Francesca Benes, Alfio Giacovani. Un forte contributo alla causa è offerto dalla cultura, quasi a significare un certo malessere latente nel settore: Donatella Quarantotto, Gloria Deotto, Patrizia Fasolato, Stefano Bianchi, Alessia Neri. Da rilevare un altro aspetto: il pronunciamiento dei 37 avviene senza copertura di sigle sindacali. Non c’entra la politica: si domandano scelte eque, rispettose di vite professionali pluridecennali.
Il recepimento della legge regionale in materia di “stabilizzazioni” dirigenziali implica che venga bandito un concorso per 6 posti riservato ai 9 manager a tempo determinato nominati nel 2017. Quei dirigenti erano Ambra de Candido (Welfare), Paolo Jerman (Polizia locale), Riccardo Vatta (Servizi generali), Lea Randazzo (Urbanistica), Francesca Dambrosi (Sviluppo economico), Francesca Locci (Promozione culturale), Giovanna Tirrico (Servizi finanziari), Manuela Sartore (Personale), Laura Carlini Fanfogna (Musei e biblioteche). L’organico dirigenziale prevede 27 posti, rispetto ai quali 15 sono gli assunti a tempo indeterminato. Se andranno in porto le 6 stabilizzazioni, si arriverà a coprire 21 scranni. Ne restano da attribuire 6. —
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