Con il nuovo Vino della Pace un invito all’armonia nel Collio

Un Vino della Pace capace di competere come novità sul mercato, ma fedele anche alla tradizione di messaggero di fratellanza e amicizia. È quello presentato ieri dai vertici della Cantina Produttori Cormons assieme alle principali autorità locali, dal sindaco Roberto Felcaro all’assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli.
Tanti i cambiamenti che riguardano il prodotto più famoso della realtà vitivinicola sociale cormonese, che punta ora decisamente sul Vino della Pace sotto il profilo commerciale: non sarà quindi più solamente bottiglia offerta in omaggio ai Capi di Stato di tutto il mondo, ma si potrà comprare e degustare a tavola con la sua nuova versione. Le novità riguardano anche il modo con cui il Vino della Pace verrà realizzato: non più il mix di circa 950 varietà provenienti dalla Vigna del Mondo, che contiene barbatelle provenienti da ogni angolo del pianeta, bensì l’unione di bianchi tipici del nostro territorio come chardonnay, malvasia, ribolla, pinot e friulano. «Sarà un mix delle nostre varietà migliori – conferma il direttore della Cantina Alessandro Dal Zovo – in questo modo abbiamo voluto recuperare e valorizzare un progetto, quello del Vino della Pace, che era stato messo in stand-by negli ultimi anni. Non sarà più composto da tre etichette disegnate da altrettanti autori di fama internazionale, bensì da una sola: resterà l’usanza di inviarlo a tutti i Capi di Stato del mondo, ma avrà ora anche una sua valenza di mercato. Sarà il vino-bandiera della nostra produzione».
Quest’anno l’artista che ha disegnato l’etichetta è Roberto Capucci: accanto alla sua opera, «una figura umana con un cappello che richiama l’eleganza di Audrey Hepburn», ha sottolineato l’assessore Gibelli, ci sarà anche una poesia di Paolo Menon dal titolo “Prosit”. «Innanzitutto spero che il Vino della Pace sia d’auspicio per un’armonia tra i produttori locali sulla questione-Ribolla – ha aggiunto virando sull’attualità l’assessore Gibelli – dove sarà importante un’unità del territorio. Ma il fatto che ci siano produttori che, come in questo caso, puntano alla qualità è ciò che ci garantisce prospettiva e la perpetuazione di un sapere culturale immateriale come l’arte vitivinicola».
Il sindaco Felcaro ha detto «di condividere la scelta del nuovo direttore Dal Zovo di puntare su una crescita basata sulla qualità»: «Il Vino della Pace - le sue parole - sarà sempre più ambasciatore del nostro territorio». Il presidente della Cantina Filippo Bregant ha chiosato: «L’idea del Vino della Pace avuta negli anni ’80 dall’allora direttore Soini ha distinto la Cantina a livello internazionale e rappresenta bene lo spirito della nostra azienda». –
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