Concas assolto dall’accusa di aver corrotto un poliziotto

Assolto con formula piena dall’accusa di corruzione. Nunzio Concas, titolare dell’agenzia di investigazioni Cobra 45 non ha consegnato “bustarelle” all’assistente capo della Questura Paride
Lasorte Trieste 16/01/09 - Cobra Investigazioni, Nunzio e Francesca Concas
Lasorte Trieste 16/01/09 - Cobra Investigazioni, Nunzio e Francesca Concas

Assolto con formula piena dall’accusa di corruzione. Nunzio Concas, titolare dell’agenzia di investigazioni Cobra 45 non ha consegnato “bustarelle” all’assistente capo della Questura Paride Martignani e non ha nemmeno fatto pressioni sull’impiegato dell’Anagrafe Marino Coceani per ottenere informazioni riservate e dati sensibili utili alle propria attività professionale. A stabilirlo è stato il giudice Laura Barresi che, accogliendo le tesi della difesa dei tre imputati, ha assolto il detective privato e il poliziotto dall’ipotesi di reato di concorso in corruzione e il dipendente municipale dall’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, stabilendo il non luogo a procedere per quei capi di imputazione.

Investigatore e poliziotto (quest’ultimo difeso dall’avocato Claudio Vergine) hanno invece patteggiato una pena a sei mesi, condonata per effetto dell’indulto, per comunicazione di notizie riservate. Fattispecie chiaramente meno grave rispetto alla corruzione e legata, in questo caso, ad alcuni accessi anomali effettuati da Martignani sul database della Questura. Il patteggiamento, tuttavia, non sembra ridimensionare la soddisfazione del titolare della Cobra e del suo legale per l’esito del processo. «Nessuna corruzione, nessuno scambio o promessa di denaro, nessuna rivelazione di atti coperti da segreto. La mia linea - commenta l’avvocato di Concas Isabella Passeri che, fin dall’inizio, aveva insistito sull’amicizia di lunga data tra il detective e l’agente di polizia - è stata ritenuta valida e ha portato all’assoluzione perchè i fatti non sussistono. Quanto al patteggiamento, è una condizione assolutamente accettabile».

Ancora più sollevato, comprensibilmente, il patron della Cobra “45”. «Sono soddisfatto della conclusione di questa vicenda perchè l’indagine aveva gettato discredito sul buon nome della mia agenzia - precisa Nunzio Noncas -. Dal processo è emerso con chiarezza che non ho mai corrotto nessuno e questo è il risultato importante. Non esistono macchie sull’attività della Cobra che ha sempre operato nel rispetto delle leggi e delle norme contenute nel Codice deontologico degli investigatori privati. Il nostro - conclude il detective - è un lavoro difficile, perchè siamo sempre sul filo del rasoio e finiamo spesso per attirarci invidie. Questa assoluzione, quindi, rafforza e conferma la serietà della mia agenzia». (m.r.)

Ad innescare l’indagine portata avanti dal pm Raffaele Tito e sfociata ora nella pronuncia del giudice Barresi, era stata una telefonata anomina arrivata in Questura, con la quale si invitava la polizia a far luce su alcuni presunti accessi irregolari effettuati tra 2006 e 2008 da Paride Martignani nei database del ministero dell’Interno. Accessi che, secondo la tesi portata poi avanti dall’accusa, sarebbero stati richiesti da Concas in cambio di pagamento di frequenti somme di denaro. Nessuno scambio di soldi ma pressioni per avere favori invece, per la Procura, nei confronti del dipendente comunale Marino Coceani.

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