Consacrata la chiesa, Straccis in festa

Il rito presieduto dall’arcivescovo Redaelli. Il tempio ristrutturato con i fondi raccolti tra i parrocchiani
Bumbaca Gorizia 21.04.2013 Consacrazione chiesa Straccis - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 21.04.2013 Consacrazione chiesa Straccis - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«La consacrazione della chiesa è un segno che rafforza la comunità lungo il cammino di presenza e di testimonianza. Un segno che sprona in noi la consapevolezza dell’impegno inteso come servizio agli altri in una dimensione di aiuto e di reciproca collaborazione».

Questo il saluto e la riflessione dell’arcivescovo Carlo Redaelli portata alla solenne concelebrazione in occasione della consacrazione del tempio della parrocchia di San Giuseppe Artigiano di Straccis. La chiesa era gremita di fedeli con la presenza del sindaco Ettore Romoli, del presidente del consiglio comunale Rinaldo Roldo e di altre autorità civili e militari. Il presule era affiancato dal cerimoniere don Michele Centomo, dal parroco don Vittorio Tonidandel e da tutti i padri della comunità salesiana alcuni dei quali giunti anche dal Veneto e altri che si erano avvicendati alla guida della parrocchia come il parroco emerito don Pietro Piemonte. Il rito è stato accompagnato dal coro parrocchiale diretto da Elisa Bernt.

Una chiesa che si identifica nella vita del borgo, ha detto il presule, che ha vissuto con la gente e per la gente in una dimensione di amore e di carità. Questo binomio rimane il segno visibile che contrassegna la gioia del donare. Mons. Redaelli ha poi ricordato il recente emozionante incontro in Vaticano con il Papa Francesco ricevendo, al termine, in dono una croce portandosela poi sempre con sé, con questa esortazione: «Ricevete la dolce e consolante gioia di essere testimonianza tra la gente nella meritoria opera dell’evangelizzazione».

Un appuntamento quello di Straccis, anche per celebrare il 50° anniversario di fondazione della chiesa stessa. Era esattamente il 21 aprile 1963 quando il primo parroco don Tarcisio Nardin faceva il suo ingresso in un rione ancora considerato periferico. Prima, le famiglie si recavano alla messa domenicale nella Cappella delle suore dell’ospedale di via Brigata Pavia e poi in una sala improvvisata nella scuola elementare del quartiere.

La chiesa, per questa ricorrenza, è stata rinnovata con la ristrutturazione del tetto, la pittura e la sistemazione di altri impianti logistici e infrastrutturali. È stata impartita pure la benedizione e la consacrazione delle croci simbolo di 12 apostoli unitamente all’altare e alle reliquie dei santi Giovanni Bosco, San Luigi Scrosoppi, San Luigi Gonzaga e San Cirillo immurate in una teca nell’altare stesso. Le spese dei lavori sono state sostenute interamente dai parrocchiani. Un gesto questo che fa onore alla popolazione del qaurtiere che, pur vive ndo momenti di difficoltà, è riuscita ancora una volta a dimostrare quella solidarietà che proprio le persone più semplici e popolari sanno dare con tanta generosità. Una vera e autentica comunità. (e.d.)

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