Cooperative Operaie Tutti i punti vendita “aperti per sciopero”

«La Coop sei tu? Ormai non più». Negozi aperti per sciopero. E cooperative contro i sindacati. Un mondo alla rovescia quello visto ieri a Trieste. Da una parte i punti vendita delle Cooperative operaie di Trieste Istria e Friuli con le serrande alzate nell’indifferenza dei soci consumatori; dall’altra il presidio sindacale di Cgil Cisl e Uil di duecento lavoratori in piazza Goldoni. In ballo 78 posti di lavoro che la dirigenza delle Coop vorrebbe mettere in mobilità. E un accordo saltato all’ultimo momento sui buoni spesa in cambio di salario. Il clima che si respirava nei negozi aperti, nella ressa per gli acquisti prenatalizi, non era “cooperativo”. Bocche cucite e frasi masticate. «Non è obbligatorio scioperare». «I macellai non scioperano». «Se scioperavano tutti scioperavo anch’io». «Mi hanno ordinato di lavorare».
«Hanno fatto lavorare gli impiegati e i magazzinieri. Marchionne ha fatto scuola», denuncia Antonella Bressi, segretaria della Filcams Cgil. «Sono crumiri», dicono al presidio i colleghi. «Lunedi invierò al direttore delle Coop Pier Paolo Della Valle una diffida formale per l’attacco subìto dalla Cgil - annuncia il segretario provinciale Adriano Sincovich -. Non è una persona in grado di gestire le relazioni sindacali».
E lo sciopero di ieri? Non c’è stata un’adesione di massa, nonostante i sindacati parlino di un successo al 60%. «Non sono contento di lavorare, ma ho paura delle ritorsioni» fa sapere a mezza voce un dipendente mentre sistema i prodotti sugli scaffali. Le Coop, invece, cantano vittoria e ringraziano i non scioperanti con un comunicato di tre righe tre: «Tutti i 44 punti vendita delle Cooperative Operaie sono rimasti aperti al pubblico. Lo ha precisato in una nota il direttore generale delle Cooperative Operaie (Pier Paolo Della Valle, ndr), che ha ringraziato i dipendenti per l'impegno profuso». Tutto qua. Nient’altro sulla vertenza in corso.
Ma cosa sono diventate le Coop? «Le Coop sei tu? Ormai non più!» è lo slogan reinventato dalla sinistra estrema che la vertenza Coop è riuscita a riunificare. Marino Sossi (Sel), presente al presidio, firma un comunicato con il presidente del Consiglio comunale Iztok Furlanic e Marino Andolina (Federazione della sinistra): «Una pubblicità di alcuni anni fa aveva come slogan "Le Coop sei tu". Visto quanto sta accadendo in questi giorni e l’apertura odierna dei negozi nonostante lo sciopero proclamato da Cgil, Cisl e Uil, possiamo tranquillamente riscrivere quello slogan aggiungendovi una frase: “Le Coop sei tu? Ormai non più”». «Non mi ricordo uno sciopero alle Coop. È una contraddizione in termini. Si deve arrivare a ricomposizione delle parti. È un controsenso quello che sta avvenendo» dice l’assessore comunale Roberto Treu, ex sindacalista ed ex dirigente Coop, presente ieri al presidio sindacale. I cartelli del presidio di piazza Goldoni giocano con gli slogan delle Coop. «La tradizione è futuro... ma non per tutti. Oggi 79 licenziamenti e domani?». «Lascia alla Coop il tuo stipendio e avrai un futuro come dipendente» riporta un altro cartello, mentre l’albero di Natale di piazza Goldoni si è riempito di bigliettini con la scritta “Voglio lavorare in Coop”.
«Difendiamo il nostro futuro, i posti di lavoro non si tagliano» stava scritto sul volantino del comitato “Difendiamo le Cooperative Operaie” di Adeo Cernuta e Stefano Alunni Barbarossa che attacca: «Il bilancio 2012 segna una perdita record nella gestione operativa». E aggiungono: «Certamente le ultime iniziative dello stesso direttore generale, 80 licenziamenti, sono senz’altro una “innovazione” nella secolare storia delle Cooperative Operaie». Era meglio insistere sulla tradizione.
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