Coronavirus, la Slovenia: «Frontiera aperta solo a chi abita in Fvg»

Il premier Janša: «Proposto a Conte il via libera ai residenti. Quadro epidemiologico simile». Il 6 giugno Di Maio in missione. Ipotesi attuabile dopo il 3 giugno. Lubiana guarda invece con paura ai “reduci” lombardi
Lasorte Trieste 11/03/20 - Emergenza Coronavirus, Fernetti, Controlli Polizia Slovena
Lasorte Trieste 11/03/20 - Emergenza Coronavirus, Fernetti, Controlli Polizia Slovena

LUBIANA. Oltre cento giorni di confine sbarrato tra Italia e Slovenia causa coronavirus pesano più di 50 anni di cortina di ferro. Psicologicamente, economicamente e sociologicamente. Il confine come barriera ci sta stretto, non ci appartiene più, soprattutto in queste terre che hanno scoperto un nuovo essere uguali sotto bandiere diverse (scusate ma non è l’Europa questa?) E adesso che questo confine dovrebbe ricadere per la seconda volta siamo ansiosi, nervosi, insopportabili. Dall’una e dall’altra parte della frontiera.

Le date si rincorrono, 3 giugno, 15 giugno ed ecco che improvvisamente a Lubiana si accende una luce in fondo al tunnel. Si parla di coronavirus a Rtv Slovenija, un giornalista sta intervistando il premier Janez Janša e si parla proprio di confini e di aperture possibili o impossibili. E si parla di Italia. «Il quadro è peggiore in Italia - intercala il primo ministro - ma per fortuna la vicina regione del Friuli Venezia Giulia è praticamente la migliore regione in termini di quadro epidemiologico in tutta Italia, la stiamo monitorando attentamente».

l premier della Slovenia Janez Janša e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte
l premier della Slovenia Janez Janša e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

«Nei recenti colloqui con il primo ministro italiano - precisa Janša - abbiamo anche discusso della possibilità di aprire questo confine solo agli attraversamenti di chi abita in questa regione. Certo, questo non sta nella giurisdizione regionale, ma in quella dello Stato». «La questione - conclude il premier sloveno - è se ciò accadrà prima del 15 giugno, quando è previsto un maggiore allentamento di tutte le frontiere all'interno di Schengen per il trasporto di passeggeri, se il quadro va nella direzione di un ulteriore miglioramento (del quadro epidemiologico ndr.)».

Dunque Lubiana ha offerto a Roma la possibilità che dal 3 giugno (data in cui scade l’ultimo Dpcm del governo) a recarsi liberamente in Slovenia possano essere solo i cittadini del Friuli Venezia Giulia. Resta da vedere come si pone la questione in tema di reciprocità, ossia gli sloveni potranno arrivare in Italia e potranno accedere a tutto il territorio nazionale o dovranno limitarsi al Friuli Venezia Giulia? E il governo in quale modo potrà porre la questione che una sola sua regione possa comunicare con lo Stato confinante, sia sul piano costituzionale che su quello europeo?

Le diplomazie sono pagate per rispondere a questi quesiti e il 6 giugno a Lubiana è annunciato l’incontro tra il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio e il suo omologo sloveno Anže Logar che solo due giorni fa ha chiuso con il collega ungherese l’accordo che prevede il libero accesso di ungheresi in Slovenia e viceversa dopo lo stato di emergenza per coronavirus dichiarato e poi cancellato da Lubiana. Tempismo forse non troppo perfetto quello di Di Maio, il che lascia pensare che tutto venga rimandato al D-day europeo del 15 giugno.

Certo è che, con questo assist, Janez Janša fa un importante riconoscimento politico e istituzionale alla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, assist che potrebbe assegnare al Fvg una sorta di concreto “trait d’union” tra Italia e Slovenia in quella che dovrebbe essere una nuova primavera di rapporti diplomatici, economici, sociali e culturali preannunciata dagli incontri rapidamente calendarizzati tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il premier Janze Janša assieme a quello dei ministri della Difesa. Triste è che per il disgelo c’è voluta una pandemia. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo