Coronavirus nei Balcani, ora è fuga dei turisti da Istria e Dalmazia

Gli austriaci hanno cancellato il 90% delle prenotazioni. Nel Quarnero duemila disdette dopo l’obbligo di tampone
Abbazia in una foto d'archivio
Abbazia in una foto d'archivio

FIUME Ancora molti contagi negli ultimi giorni in Croazia (anche se ieri si è scesi sotto quota 100, con 85 nuove infezioni). Altrettanti sono i casi di turisti stranieri per nulla spaventati dalle vacanze nell’Adriatico, ma timorosi di dover osservare ordini e raccomandazioni dei propri Paesi. Il weekend ferragostano ha segnato infatti il rimpatrio di numerosi villeggianti austriaci e italiani, dopo le restrizioni sui rientri imposte dai rispettivi governi: un vero e proprio esodo, che ha visto sotto pressione i valichi al confine con la Slovenia.



A Cirquenizza Goran Fabris, direttore generale dell’azienda alberghiera Jadran, racconta: «Gli ospiti italiani dei nostri alberghi, il cui soggiorno doveva durare fino a sabato o domenica, hanno cominciato a interrompere le vacanze anticipatamente già mercoledì scorso. Come se non bastasse, hanno disdetto pure le prenotazioni per le ultime due settimane di agosto. Registriamo anche qualche forfait per settembre».



Sempre a Cirquenizza gli austriaci, tradizionalmente più numerosi degli italiani, se ne stanno andando a loro volta: «Purtroppo hanno cancellato il 90% delle prenotazioni – prosegue Fabris –. Luglio è stato un mese coi fiocchi; idem il periodo fino al 12 agosto. Adesso la situazione è rovesciata».

Più in generale nel Quarnero «in questi giorni soggiornano circa 10 mila e 500 vacanzieri provenienti dal Bel Paese – spiega la direttrice dell’Assoturistica quarnerina, Irena Peršic Živadinov –. Ma d quando è stata diffusa la notizia sui test obbligatori al rientro dalla Croazia, se ne sono andati in 2 mila. Gli austriaci sono 7 mila, mentre al primo posto restano i tedeschi, con 35 mila presenze. In tutto abbiamo 160 mila turisti, circa il 75% rispetto ad agosto 2019».

Il suo omologo nazionale, Kristijan Stanicic, sottolinea come la decisione varata da Vienna, che da ieri impone di esibire ai valichi i risultati dei tamponi oppure di andare in isolamento per 14 giorni, abbia ripercussioni negative sul turismo: «L’ Austria, specie in agosto, è uno dei nostri mercati più importanti e ci rammarica tale decisione. Imita quella dell’ Italia, che però a mio avviso ha voluto non solo tutelare i propri cittadini ma anche infliggere un colpo alla concorrenza croata, greca, spagnola e maltese».

Non diversa è la situazione ad Abbazia. La descrive Suzi Petricic, direttrice dell’Assoturistica locale: «Se ne sono andati in tanti e a malincuore, essendo Quarnero e Istria due regioni dove il virus non ha fatto molta presa».

Infine una delle destinazioni abitualmente più gettonate dagli italiani, Draga di Moschiena: quest’anno a Ferragosto praticamente non ne ha visti, dopo l’ ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. Ieri intanto il Quarnero ha registrato due contagi (31 malati in tutto, mentre i decessi da febbraio sono 2) e l’ Istria uno solo, per un totale di 17 malati attivi. Infine la situazione in Dalmazia: 48 casi attivi nello Zaratino, 61 nel Sebenzano, 289 nello Spalatino e 21 nel Raguseo. —

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