Corruzione, a giudizio l’ex capo della Stradale
Non ho fatto nulla di illegale. Non sono un corrotto. La verità è che dietro a questa storia c’è stata la vendetta di alcuni agenti». Queste parole sono state pronunciate ieri mattina nel corridoio del tribunale dall’ex comandante della Polizia stradale Francesco Luigi Ponti.
Ponti è accusato di corruzione - accusa per cui ha dovuto lasciare anzitempo la Stradale -,assieme a Alessandro Russi, titolare della ditta Autronica impegnata nel servizio di recupero e custodia delle auto incidentate o poste sotto sequestro. Imputati anche il brigadiere dei carabinieri Giuseppe Gagliano e un altro sottufficiale, Domenico Trenga. Ma il processo che a suo tempo era stato istruito dal pm Raffaele Tito è stato subito rinviato dal giudice Filippo Gulotta al 17 novembre. Motivo: il pm deve avere la possibilità di conoscere gli atti dell’indagine che a suo tempo era stata coordinata dal procuratore Tito, poi trasferito a Udine. Chi rappresenterà l’accusa sarà il pm Matteo Tripani, uno dei due nuovi sostituti, che giungeranno a Trieste nelle prossime settimane.
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