«Così ho aiutato mia moglie a partorire in macchina»
Alberto è nato mentre mamma Erika e papà Marco stavano andando in ospedale
La coppia ha poi ricevuto assistenza dal personale della Croce Verde Goriziana

GRADISCA Non ne voleva più sapere di far aspettare mamma Erika e papà Marco. In ritardo di qualche giorno rispetto alle previsioni, il piccolo Alberto ha scelto il modo più eclatante e prorompente per venire al mondo: ha visto la luce lungo la strada - per la precisione viale Trieste a Gradisca -, mentre i suoi genitori si stavano precipitando all’ospedale San Polo di Monfalcone.
È una storia meravigliosa quella vissuta mercoledì mattina da Erika Piccoli, 32 anni, e Marco Gaggioli, 38, entrambi impiegati in aziende friulane. Il loro secondogenito Alberto – che raggiunge Lorenzo, nato nel 2017 – è nato grazie alla destrezza e al sangue freddo di mamma e papà, rimasti calmissimi in quegli istanti delicati, ed anche grazie ad un pizzico di buona stella: la coppia, infatti, si è imbattuta in un equipaggio della Croce Verde Goriziana che ha fornito immediata assistenza al neonato.
Tutto inizia all’alba, nell’abitazione goriziana di Erika e Marco: la mamma avverte qualche piccola contrazione, ma dopo una doccia la situazione pare persino tranquillizzarsi, nonostante il termine della gravidanza fosse scaduto l’8 maggio e qualsiasi momento fosse ormai quello giusto per l’arrivo di Alberto. Sentita l’ostetrica dell’ospedale di Monfalcone la coppia decide di mettersi in marcia verso la città dei cantieri. Sono da poco trascorse le 7 quando Marco imbocca il viale Trieste, a Gradisca. Si volta verso Erika e comprende che ormai la vita non può più attendere. «È successo tutto in pochi, incredibili attimi – racconta -. Mi sono girato lungo il rettilineo e ho notato la testolina che ormai spuntava dal grembo di mia moglie. Ho accostato immediatamente e mi sono precipitato sul lato del passeggero. Era ancora avvolto dal sacco amniotico, ho accompagnato fuori il capo. In un attimo Alberto era fra le nostre braccia, con una naturalezza difficile da spiegare».
È qui che la lucidità dei genitori è stata fondamentale. Primo, perché hanno immediatamente coperto il neonato con la giacca. Secondo, perché Alberto aveva notato l’equipaggio della Croce Verde all’altro lato della strada. «Ho fatto un’inversione a U e sono riuscito a fermarli. Sono stati estremamente gentili e professionali e voglio ringraziarli pubblicamente per averci trasmesso tranquillità». L’ambulanza Victor 5-1 della Croce Verde Goriziana, condotta dal farrese Michele Maritan e con a bordo l’infermiere triestino Stefano Porcelluzzi, ha subito constatato l’ottimo stato di salute del bimbo e della mamma. E ha contattato l’automedica Victor 6-9 con a bordo un dottore ed un ulteriore infermiere. «È stata una scena dolcissima e che tuttora mi emoziona a pensarci – la testimonianza di Maritan-. Stava per piovere quando il papà ci ha fermati, dicendo: “È nato mio figlio”. Pensavamo a uno scherzo. E invece Alberto era già in braccio alla sua mamma che tentava le prime poppate. Come personale sanitario ci siamo limitati a sincerarci che piangesse, ottimo segnale di salute nei primi istanti di vita, e a verificare i parametri vitali del piccolo. Poi abbiamo completato il trasferimento a Monfalcone per il ricovero. Oggi ci sentiamo tutti un po’ zii».
«La verità – conclude papà Marco – è che non abbiamo neppure avuto il tempo di renderci conto della delicatezza della situazione. Oggi, a mente fredda, ho la pelle d’oca. Ma non date i meriti a me, il grosso del lavoro lo ha fatto la mamma e la provvidenza ci ha messo del suo a farci incontrare la Croce Verde». Alberto ed Erika stanno benissimo e già nelle prossime ore faranno ritorno a casa
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