«Così il Paolino d’Aquileia rischia di essere per pochi»
«Pensare alla chiusura è sicuramente prematuro, ma il futuro così non si prospetta roseo».
Don Giorgio Giordani, preside del liceo linguistico e del liceo sportivo “Paolino d'Aquileia” di Gorizia non si sbilancia sulle possibili conseguenze a medio e lungo termine della paventata decisione della Regione di azzerare i contributi per le scuole paritarie, ma non nasconde la sua grande preoccupazione di fronte ad una situazione che si fa difficile. «Questa novità è una brutta botta, un colpo molto duro per le scuole paritarie della regione – racconta don Giordani -, tanto che viene quasi da chiedersi se non ci sarà il rischio di una chiusura. Al momento dirlo sarebbe prematuro e non ha senso parlarne, ma il problema mi pare evidente. Senza più contributi, in una situazione economica generale già piuttosto difficile, le famiglie andranno in crisi, e non potranno più affrontare il pagamento delle rette». Insomma, il provvedimento della Regione, se anche non dovesse determinare la chiusura dello storico liceo di via Seminario, rischia di portare l'istituto proprio là dove non sarebbe voluto arrivare. «Negli anni la nostra politica è stata chiara – spiega il preside -. Abbiamo sempre cercato di avere un'utenza più ampia possibile. La nostra scuola non vuol essere riservata solo agli studenti ed alle famiglie più abbienti, e non abbiamo mai voluto fare distinzioni di censo. Ma è chiaro che una novità del genere rischia di cambiare le cose: solo pochi si potranno permettere una scuola paritaria». Don Giordani racconta ad esempio che negli ultimi anni moltissime famiglie (quasi duecento) hanno manifestato l'interesse all'offerta del “Paolino d'Aquileia), ma che poi non se la sono sentita di affrontare un investimento quinquennale per il pagamento della retta. E, a fronte del buon successo della nuova sezione sportiva, la crisi ha portato un calo nei numeri del liceo linguistico. «Quest'anno pensavamo di attivare nuovamente le scuole medie, perchè sappiamo dell'interesse che c'è in questo senso a Gorizia – dice don Giordani -, ma adesso tutto dovrà essere valutato. Non sappiamo ancora se le decisioni della Regione saranno confermate, né quale sarà la reazione delle famiglie, che sicuramente proveremo ad ascoltare».
Marco Bisiach
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