Costa Diadema, “miracolo” in Laguna

Lo stabilimento Fincantieri di Marghera ha fatto il “miracolo”. Così l’ha definito ieri, durante la cerimonia di consegna dell’ultima e più grande nave della flotta di Costa Crociere (gruppo Carnival), l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, alla guida da oltre dieci anni del gruppo che ha Cassa depositi e prestiti come azionista di maggioranza. «Abbiamo dimostrato - ha detto Bono - che si può costruire una grande nave come la Costa Diadema anche nei nostri cantieri veneziani, malgrado siano più piccoli di quelli di Monfalcone. Sembrava impossibile, ma siamo riusciti a fare un miracolo che ora è sotto gli occhi di tutti, lavorando al limite delle possibilità negli spazi limitati, grazie all’apporto di buona parte delle nostre maestranze dirette e di quelle delle imprese dell’indotto e a un investimento di 20 milioni nelle infrastrutture del cantiere». E per sfatare il tragico ricordo del naufragio della Costa Concordia all’isola del Giglio, Bono, dopo aver polemizzato per una domanda sulla “sicurezza” delle navi costruite da Fincantieri, ha aggiunto: «Noi le navi le facciamo sicure a prova Schettino», aggiungendo che a suo avviso non vale la pena «guardare al passato, bisogna guardare al futuro, l'esempio è questa nave che l'orgoglio dell’eccellenza industriale italiana, riconosciuta da tutto il mondo, con cantieri e clienti in tutti i continenti». «Certo - ha proseguito - ci sono sempre i limiti dell'uomo le automobili vengono costruite per essere sicure, ma poi c'è sempre qualcuno che le fa sbattere».
«L'accordo con la Cina è per costruire navi lì, ma per i cinesi». ha poi argomentato Bono. «La presenza di Fincantieri in Cina è dovuta al fatto che loro non sono in grado di costruire navi, noi le faremo ma non trasferiremo a loro il nostro know-how». «Sappiamo - ha rilevato Bono - che se i cinesi vogliono costruire navi sicuramente non subito ma tra 10 anni possono arrivare a farle, quindi essere su quel mercato per noi è un vantaggio per essere sempre un passo avanti agli altri». Da parte sua, Michael Thamm, ad di Costa Crociere, ha aggiunto che «noi con le nostre navi abbiamo cominciato per primi a fare crociere in Cina e siamo il leader di questo mercato in quel Paese». «Abbiamo due navi da crociera per i passeggeri cinesi - ha detto - ma presto porteremo una terza nave perchè stiamo crescendo ancora in quel mercato». Thamm ha aggiunto che la Diadema «è la più moderna per la cantieristica mondiale ed ha in tutte le componenti il meglio del meglio, compresa la sicurezza». Del resto, lo dicono i numeri: Costa Diadema è ammiraglia della compagnia ed è la più “tecnologica” nave in assoluto costruita a Marghera. Così grande (132.500 tonnellate di stazza, lunga 306 metri, larga 37 metri e alta più di 60) che, quando rientrerà in vigore (probabilmente nel 2015) il limite delle 96.000 tonnellate per entrare in laguna e raggiungere la stazione Marittima, non potrà passare nel bacino di San Marco e nel canale della Giudecca.
«Costa Diadema - ha ribadito Bono prima della cerimonia ufficiale tenutasi nel grande teatro - è la 44ma nave da crociera che consegnamo dal 2002, la 12ma per gli amici di Costa Crociere. Per noi si tratta di un’occasione davvero speciale presentare l’ennesimo prodigio dell’eccellenza italiana, che ci conferma al vertice nella progettazione e costruzione in un settore, quello crocieristico, che non ha eguali per complessità e livello di competizione tecnologica, malgrado i sindacati a volte ci trattino come dei negrieri o una trasmissione televisiva distrugga in un’ora tutto quello che noi di meglio facciamo da anni con grande passione». «Per questo - ha concluso il manager Fincantieri - spero che questa nave possa essere di buon auspicio per l’Italia, che all’estero risulta ancora essere un Paese poco accogliente per gli investitori». D’accordo anche Thamm, che ha fatto balenare un nuovo, possibile ordine di una nave gemella di Diadema (costata 550 milioni di euro) ai cantieri veneziani.
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