Costruttori del Nautico “contesi” dalle aziende

Fioccano le collaborazioni tra l’istituto e le imprese del settore alla ricerca di giovani formati ad hoc
Di Giulia Basso

Da un lato c’è un corso di laurea, quello in Ingegneria navale, in sofferenza per carenza di docenti, dall’altro un mercato, quello della progettazione e della costruzione navale, in forte ripresa, che necessita di nuove leve e investe nella loro formazione. Il paradosso è espresso alla perfezione dai numeri delle collaborazioni aziendali nei progetti di alternanza scuola-lavoro del Nautico: solo per l’indirizzo costruttori sono sette le aziende del territorio che quest’anno ospitano studenti in tirocinio.

C'è il colosso Fincantieri, ma anche aziende di dimensioni più contenute, tutte con sede a Trieste, che hanno aperto i loro studi di progettazione ai futuri costruttori navali: Meccano Engineering, Naos Ship & Boat Design, Naval Progetti, Adragna Yacht Design Studio, Nuovo Arsenale Cartubi, Agenzia Marittima O. Penso, Bucci Naval, Consulting & Engineering. All’interno di queste realtà gli studenti del Nautico si cimentano con la progettazione e il design, ormai tutti rigorosamente in digitale, degli interni e degli esterni di varie tipologie di navi, dai giganti da crociera agli yacht.

«L’indirizzo costruttori - racconta il vicepreside del Nautico, Bruno Zvech - è stato uno dei più fecondi nella storia del nostro istituto. Basti pensare ai fratelli Cosulich, nati come armatori e cresciuti come costruttori navali a Monfalcone, che si cimentarono perfino nella costruzione di idrovolanti. Per una realtà come Trieste, che punta sull’economia del mare e ospita numerose aziende che operano in quest’ambito, l’indirizzo è fondamentale, a maggior ragione in questo momento storico, quando dopo una fase di stallo si registra una ripresa fortissima nell’attività di costruzione navale. E la rete di collaborazioni aziendali messa in piedi per realizzare i progetti di alternanza scuola-lavoro lo dimostra: le imprese hanno bisogno di personale formato adeguatamente, che possa rispondere alle loro esigenze».

Non è un caso se dopo anni di crisi in cui sembrava a rischio chiusura, l’indirizzo costruttori oggi conta già una cinquantina di ragazzi iscritti e il prossimo anno crescerà ancora, con l’apertura di una classe in più. «Siamo ripartiti alla grande - commenta Zvech -, forti anche di nuove dotazioni: la Fondazione CRTrieste ci ha donato quasi 70mila euro di macchine per il nostro laboratorio informatico e le aziende con cui collaboriamo ci hanno dotato di software all’avanguardia su cui far lavorare i nostri ragazzi. Poter andare a far pratica in azienda poi è una ricchezza ulteriore».

Quanto alla carenza di docenti per il corso di laurea in Ingegneria navale, Zvech la considera un’assurdità per una città che l’ultimo rapporto Unioncamere ha incoronato capitale della “blue economy”. «Servono correzioni ai cosiddetti tagli lineari: l’ingegneria navale è per Trieste un settore strategico. L’intero sistema cittadino, aziende e istituzioni, fa bene a schierarsi a fianco del rettore per preservare questo corso di laurea, essenziale per la nostra città».

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