Crediti alle imprese, Roma ignora il Fvg

TRIESTE. Non arriverà nemmeno un centesimo in Fvg dei circa 100 milioni attesi da Roma, necessari a sbloccare i pagamenti arretrati a favore delle imprese da parte della pubblica amministrazione. Il decreto legge in vigore da martedì scorso prevede infatti l’esclusione dal patto di stabilità dei pagamenti liquidi ed esigibili che fanno data fino al 31 dicembre 2012 per un totale di 5 miliardi per gli enti locali, ma non per quelli delle Regioni a statuto speciale. Il governo se ne è di fatto dimenticato. Un colpo inatteso e durissimo che allarma sindaci e imprenditori.
I Comuni Fvg non sono tra quelli chiamati a comunicare entro il termine del 30 aprile gli spazi finanziari di cui necessitano per sostenere i pagamenti di lavori già realizzati ma che, pur avendo soldi in cassa, non si riesce a saldare causa i vincoli del patto di stabilità. Si tratta di un centinaio di milioni di euro, è questa la stima fatta in regione, che le piccole imprese aspettavano come ossigeno salvavita in una fase di profonda crisi, specie nel settore edilizio. Un centinaio di milioni, però, che non sono in dirittura d’arrivo. Non se il decreto legge non verrà modificato in fretta nel senso di considerare anche le “Speciali” all’interno dei meccanismi anti-sforamento del patto di stabilità. «Il provvedimento – afferma con grande preoccupazione Valerio Pontarolo, presidente regionale dell’Ance –, così com’è scritto, risulta totalmente inutile per la nostra regione».
Il testo dell’articolo 1 del decreto (“Pagamenti dei debiti degli enti locali”) non cita appunto Regioni e Province autonome lì dove dispone che «i pagamenti di debiti di parte capitale liquidi ed esigibili alla data del 31 dicembre 2012, ovvero di quelli per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento, inclusi i pagamenti delle Province in favore dei Comuni, sostenuti nel corso del 2013 dagli enti locali, sono esclusi dai vincoli del patto di stabilità interno per un importo complessivo di 5 miliardi». Ma, a conferma che il Fvg e le “colleghe” Sardegna, Sicilia, Val d’Aosta, Trento e Bolzano sono estranee alla misura, c’è anche una insormontabile questione tecnica. Al comma 2 viene infatti precisato che entro il 30 aprile, Comuni e Province dovranno comunicare gli spazi finanziari di cui necessitano per sostenere i pagamenti arretrati mediante il sistema web della Ragioneria generale dello Stato. Ma che per le “Speciali”, fa sapere il presidente del Consiglio delle Autonomie locali Ettore Romoli, che si è subito messo in contatto con la presidenza della Regione, quel sistema non è abilitato: «Non sappiamo dove mandare quei pezzi di carta, sempre che ci spetti qualcosa». E così la successiva frase del decreto che recita «ai fini del riparto si considerano solo le comunicazioni pervenute entro il termine del 30 aprile» suona come una beffa. Renzo Tondo, che da tempo si occupa del nodo del Patto di stabilità e che sull’ultima “beffa” del governo sceglie di non intervenire perchè alle prese con i tanti appuntamenti elettorali , sarà chiamato probabilmente a un ulteriore intervento a Roma. I Comuni Fvg, del resto, pur accogliendo con favore l’intervento della giunta, non lo hanno mai ritenuto sufficiente. Al momento, sulla base di una delibera giuntale di fine febbraio, si tratta di 90 milioni in più concessi dalla Regione, uno spazio di spesa che allenta i vincoli del patto di stabilità ma, come rimarcato più volte anche dal presidente dell’Anci Fvg Mario Pezzetta, non scongiura il blocco di tanti pagamenti dovuti dagli enti locali alle imprese per lavori già eseguiti, blocco che rischia di determinare il fallimento di centinaia di ditte del settore costruzioni. Servirebbero appunto quei 100 milioni di provenienza statale per rimediare a una situazione che i dati dell’Ance confermano essere molto pesante. Gli operai iscritti alle casse edili regionali sono diminuiti di oltre 4.300 unità rispetto al 2008 e le imprese, nelle stesso periodo di tempo sono scese da 3.024 a 2.201 (-823).
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo








