Crepet: lasciamo che i nostri figli imparino a vivere

Lo psichiatra alla Scuola per genitori: «Adulti, troppa tutela I piccoli li tiranneggiano ma chiedono coraggio e autorità»
Lasorte Trieste 20 06 05 - Dipartimento Salute Mentale - Giuseppe Dell'Acqua
Lasorte Trieste 20 06 05 - Dipartimento Salute Mentale - Giuseppe Dell'Acqua

di Ivana Gherbaz

La crisi economica, la fine dei tempi delle vacche grasse può avere anche dei risvolti positivi. Ribaltando il pensiero consumistico che si nutre del superficiale, si può arrivare a vivere felici con l'essenziale.

È partito da questo concetto lo psichiatra, psicoterapeuta e scrittore Paolo Crepet, nello spiegare come affrontare il rapporto genitore-figlio in questi giorni dal futuro incerto. E quale occasione migliore se non il primo appuntamento della “Scuola per genitori”, arrivata alla sua seconda edizione? Nella sala affollatissima del Savoia Excelsior hotel, venerdì sera Paolo Crepet, che è anche direttore della scuola, ha catalizzato l'attenzione del pubblico con aneddoti spesso dal finale ironico, semplificando situazioni di disagio per arrivare con più immediatezza a una soluzione. Se in un periodo di crisi è più facile aggredire il nòcciolo delle questioni, Crepet ne è pure contento perché «oggi il mio ruolo è più facile. Quelli – dice – che che mi chiamavano catastrofista sono gli stessi che fino all'anno scorso stavano bene. Ma ora che l'illusione delle vacche grasse è finita, si può attaccare il “ventre molle” anche dal punto di vista educativo». Ora a quelle persone si può parlare del concetto di autorità (perduta) «che ha fatto sì che i nostri figli si siano trasformati in piccoli Buddha che tiranneggiano, ma che in fondo chiedono a noi genitori più coraggio», ha indicato lo psichiatra. Ma come è stato possibile, si interroga Crepet, che molti genitori siano arrivati a non essere in grado di gestire l'educazione dei propri figli? «Oggi sono loro, i figli, a decidere – spiega Crepet – sono al centro del sistema solare. Così però crescono male, storti e maleducati. I genitori devono essere più responsabili, invece c'è una tutela strabordante. Possiamo controllare i nostri figli in ogni loro movimento. Attraverso la tecnologia individuiamo dove si trovano quando sono fuori casa. Ma là dove si dovrebbe controllare non si controlla».

L'educazione, che dovrebbe essere basata sulla reciprocità, ha perso il suo valore e i genitori, precisa Crepet, «sono sempre sotto ricatto quando invece dovrebbero dettare le regole, perché sono loro che impongono le leggi».

Spesso è la paura a prevalere e i figli crescono in un mondo ovattato quando invece dovrebbero poter rischiare: «Bisogna superare le paure e lasciare i figli liberi di cadere dalla bicicletta, di imparare a vivere per non arrivare a 45 anni e non sapere come si cucina un uovo sodo. Così si nega il futuro ai propri figli, li si vuole attaccati a noi come delle cozze e senza che imparino un mestiere per paura di ritrovarci con il nido vuoto».

Fondamentale è il saper raccontare la verità, superando le paure, perché nel mondo esistono anche le difficoltà e per questo anche la “Scuola per genitori”, indica Crepet, può essere un luogo «dove superare i dubbi ma anche assumersi le proprie responsabilità». Lo psichiatra poi addita le comodità, il benessere, il possesso delle cose materiali, il ruolo della tv e di internet che spengono il dialogo. Un dialogo, fondamentale, invece, in un percorso educativo: «Avere l'essenziale è il risultato positivo della crisi. Tutti dovete interrogarvi su ciò a cui non si può rinunciare. Io ho scelto la passione e le emozioni».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo