Cresce il business dei funerali islamici e i “big” del settore sbarcano a Trieste

TRIESTE. Non solo metropoli del calibro di Roma o Milano. Anche in città più piccole come Trieste, ormai, il business dei funerali islamici inizia diventare una realtà interessante. La prova arriva dalla scelta di una delle più potenti imprese funebri specializzate in sepolture con rito musulmano - la “Al Bakii”, con sede centrale a Padova e agenzie anche a Roma e Torino -, di progettare lo sbarco da queste parti. Il numero di richieste per funerali rituali è cresciuto infatti a tal punto da spingere il titolare dell’impresa - il trentenne Niam Abdessamed, che ha lasciato il corso di laurea in ingegneria per mettere in piedi nel 2011 un servizio specifico dedicato ai fedeli di Maometto, - ad anticipare l’apertura di una sede anche in Friuli Venezia Giulia, preferibilmente nel capoluogo regionale.
Fino a poco tempo fa, per questo tipo di esigenze, i musulmani residenti a Trieste si erano sempre rivolti all’impresa Sant’Anna di via Torrebianca. Ora invece i soggetti attivi nel settore aumentano, come testimoniato dalla presenza, alcuni giorni da, di un carro funebre della ditta Al Bakii parcheggiato dietro al palazzo dell’Anagrafe, in via del Teatro Romano. Impossibile peraltro non notarlo, viste le frasi in arabo sulle fiancate e la scritta bianca su fondo nero che pubblicizza il servizio di funerali musulmani. «È vero, sto iniziando a operare con maggior frequenza nella vostra zona, - spiega Abdessamed - soprattutto per il trasporto di salme nei Paesi di origine. Quanto alle sepolture, a Trieste c'è un problema: nel cimitero turco ottomano non c'è spazio per nuove sepolture musulmane e le salme vanno portate altrove, come a Padova ad esempio».
Un limite confermato anche dal presidente della Comunità islamica locale, Saleh Igbaria. Il cimitero turco di via Costalunga 101 è ospitato in piccolo fazzoletto di terra, che fatica ad accogliere nuovi “ospiti”. «Nella maggior parte dei casi, comunque, i parenti continuare a riportare i loro cari nel Paese di origine - spiega Abdessamed -. Noi provvediamo anche al trasferimento all'estero del feretro fino al cimitero finale, per esempio in Macedonia, Albania, Kosovo mentre per il Marocco, dove abbiamo e un'impresa che opera sul posto, provvediamo a far caricare sull'aereo la bara, che viene poi trasferita fino al cimitero da un nostro addetto».
Ovviamente l'impresa di pompe funebri scelta si occupa anche di sbrigare tutte le pratiche burocratiche. Infatti lo scorso lunedì, il mezzo della “Al Bakii” era posteggiato dietro il palazzo dell’Anagrafe per consentire al dipendente dell’impresa di ritirare i documenti in Comune e in Prefettura utili all'espatrio della salma di un uomo di origini tunisine.
Va detto che i riti funebri e le sepolture con rito islamico impongono delle regole ben diverse dai funerali con rito cattolico. Tra la morte e la sepoltura deve passare meno tempo possibile. Il rito prevede che, subito dopo la morte, il defunto venga sottoposto ad un lavaggio sotto l'acqua corrente. Un primo passaggio con acqua, poi con abbondante sapone, poi ancora con l'acqua. Il corpo, infine, viene profumato e avvolto in lenzuoli bianchi. Quando il corpo è pronto si inizia una preghiera collettiva, la Salatul Janazah che serve a chiedere perdono per i peccati e misericordia nei confronti del defunto da parte di Allah. «All’obitorio di Sant'Anna c'è la massima collaborazione - spiega Adbessamed -. Mettono a disposizione una stanza dove in tranquillità è possibile procedere al lavaggio e alla vestizione», «A Trieste sono volontari della Comunità islamica a provvedere al lavaggio e alla vestizione, - precisa Igbaria -. Siamo stati i primi in Italia, 28 anni fa, ad ottenere la possibilità di dare seguito a questa pratica».
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